Verdone: si salva solo il comico
Se con i primi film (ormai cult) e poi con Viaggi di nozze (1995); Verdone aveva creato dei semplici contenitori per dare libero sfogo ai suoi personaggi comici, il regista-attore romano ha poi proseguito la sua carriera alternando incursioni nel territorio della commedia all’italiana (vedi I due carabinieri, del 1984 o Compagni di scuola, del 1988, forse il suo film più riuscito) a tentativi discontinui di commedia sofistica, alla Harry, ti presento Sally… (When Harry Met Sally…, Usa, 1989, 95’) tanto per intenderci, la più riuscita delle quali è probabilmente Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992).
L’amore è eterno finché dura rientra sicuramente in quest’ultima categoria di film, trattando appunto della crisi di coppia che due cinquantenni si trovano ad affrontare. Verdone veste i panni di un oculista nostalgico del rock anni ’60 alla disperata ricerca di un’esperienza forte che lo risvegli dal torpore del suo matrimonio. Al suo fianco, una brava, ma purtroppo poco valorizzata Laura Morante, psicologa-presentatrice tv con amante già a carico. Purtroppo, si è detto, perché se i faccia a faccia tra i due risultano tra i momenti meglio riusciti del film, Verdone sceglie di dare più risalto al rapporto, prima d’amicizia e poi d’amore, che viene ad instaurarsi con un’improbabile Stefania Rocca (sempre uguale e poco credibile al suo fianco).
Verdone si salva comunque nel terreno che gli è più congeniale, cioè quello della comicità, architettando una serie di situazioni davvero divertenti in cui il suo cinquantenne un po’ goffo si trova ad avere a che fare con persone, più o meno giovani, dell’altro sesso.
Al film però manca in generale un intreccio solido, e la sceneggiatura, spesso banale, si perde strada facendo, tradendo un po’ le premesse da commedia nevrotico-sentimentale. In generale si rimpiangono quella brillantezza e quel ritmo “verdoniani” che si trovavano, ad esempio, nel già citato Maledetto il giorno che t’ho incontrato. L’epilogo della vicenda poi, risulta molto debole e un po’ sbrigativo, con un banalotto monologo sull’indipendenza della figlia nei confronti dei genitori egoisti e presi solo dalle loro crisi di mezza età.
Con L’amore è eterno finché dura Carlo Verdone conferma quindi i suoi pregi e i suoi difetti: una grande capacità a livello comico-attoriale, ma una debolezza sul fronte della regia e della sceneggiatura, che quando non funzionano o non sono solo a servizio delle performance dell’attore compromettono l’intera riuscita del film.
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