La paura fa… cilecca
Con Underworld il regista Len Wiseman aggiunge l’ennesima tessera al vastissimo mosaico di pellicole dedicate a vampiri e lupi mannari, introducendo però l’avvincente novità della guerra tra le due specie. Nonostante l’idea convincente e il genere di sicuro successo, il risultato finale però non soddisfa pienamente le aspettative iniziali, lasciando la sensazione di un prodotto ibrido, senza una precisa identità.
La particolarità di questi licantropi di potersi trasformare anche senza luna piena, per esempio, farebbe sperare in un’abbondante frequenza di mutazioni, così come questi vampiri che si possono specchiare (e lo fanno con vanità) lasciano pensare a una loro maggiore potenza: invece la maggior parte degli scontri avviene con armi da fuoco, privando il film di uno dei suoi maggiori punti di forza.
La protagonista Selene (Kate Beckinsale) è, nel suo ruolo di fredda vendicatrice, il personaggio più completo, ma paradossalmente è anche quello che si trasforma meno, rimanendo quasi per tutto il film completamente “umana”. E tutto il clan dei vampiri, creature per tradizione aristocratiche ed eleganti, è caratterizzato da atteggiamenti da fumetto gothic-metal. Persino i loro capi, il giovane Kraven (Shane Brolly) e l’anziano Viktor (Bill Nighy) non hanno nulla che ricordi il fascino dandy di Tom Cruise in Intervista col vampiro o l’austera nobiltà di Gary Oldman in Dracula, ma sono invece piuttosto anonimi. Così come il magnetismo sardonico di Jack Nicholson in Wolf è soltanto abbozzato nel personaggio di Lucian (Michael Sheen); licantropo a capo di un’orda di creature brutali e feroci, eterne seconde nella lotta tra le specie. Quasi insignificante il ruolo dell’umano Michael (Scott Speedman); la cui vita è dall’inizio alla fine nelle mani di qualcun altro (lupo o pipistrello che sia).
Inoltre, il regista si concede delle cadute nel trash e nello splatter più scontato, evitando di buttarcisi a capofitto (ma forse avrebbe ottenuto risultati migliori!); e nemmeno la collaborazione del mago degli effetti speciali Tatopoulos (Independence Day, Godzilla) riesce a rendere memorabili e sufficientemente “mostruose” le creature del film.
Tra le note positive, alcuni momenti (pochi) di adrenalina pura e le ambientazioni, quelle sì, decisamente azzeccate. Le atmosfere gotiche della città irreale, sospesa nel tempo, le cui uniche luci sono artificiali, sostengono molto le scene più deboli, e la stessa Selene-Beckinsale, che in apertura di film fa un evidente omaggio al compianto “corvo” Brandon Lee, contribuisce con il suo look mozzafiato alla riuscita di molte scene.
A cura di Enrico Bocedi
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