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Tempesta e bonaccia ai confini del mondo

Tempesta e bonaccia ai confini del mondo

Uno sguardo scruta da vicino i dettagli dell’interno del vascello H.M.S., si intravedono dei nomi incisi sui cannoni, la luce è fioca e procede illuminando altri dettagli dell’interno del vascello. Tutto è buio e silente, ma all’improvviso, scatta l’allarme, qualcuno scorge una vela all’orizzonte. E’ il preludio della prima battaglia tra l’Acheron e l’H.M.S., la nave francese, potente e veloce e quella britannica, dotata di meno cannoni, meno equipaggio, ma capitanata da “Lucky” Jack Aubrey, un ufficiale noto per la sua abilità strategica e la sua tenacia. Il film si svolge quasi esclusivamente a bordo di questa nave, tra emozionanti battaglie, inseguimenti e snervanti attese che il vento riprenda a soffiare in senso favorevole. La nave è vista ora come una claustrofibica prigione, ora come luogo di caotiche ed eroiche battaglie, quelle contro l’Acheron, ma anche quelle contro il capriccioso clima di Capo Horn. A bordo della nave il razionale dottor Maturin cerca di opporsi all’impetuosità dell’amico, il Capitano Aubrey, nel tentativo di convincerlo ad abbandonare il sanguinoso e disperato inseguimento della nave nemica e, invece, a fermarsi sulle isole del Sud America per studiarne gli strani animali, che potrebbero accrescere le conoscenze scientifiche occidentali. Il film è avvincente ed ha il pregio di ricostruire perfettamente l’atmosfera dell’avventura sul mare, purtroppo, ad un certo punto, la tensione viene meno, e quando si cerca di dare spazio alle storie individuali dei peronaggi, il meccanismo s’inceppa e comincia una fase di stallo che dura quasi fino alla fine del film.

Curiosità: Per scrivere la sceneggiatura, Peter Weir si è ispirato ai numerosi romanzi storici di Patrick O’Brian sulle guerre napoleoniche.

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