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cultura dell'immagine e della parola

Matrix Revolutions

Matrix Revolutions

Neo tra Budda e Gesù
di Osvaldo Contenti ***

Ormai, con “Matrix Revolutions”, il disegno dei fratelli Wachowski è chiaro: Neo (Keanu Reeves); nell’ansia di liberare il genere umano dalla schiavitù delle Macchine (leggi: dall’eccessiva materialità creata dell’uomo stesso); percorre all’infinito lo spazio tra macrocosmo e microcosmo che separa con sottili membrane il mondo di Matrix da quello della Città delle Macchine. In questo percorso, che assomiglia anche visibilmente a quello delle infinite repliche della geometria frattale di Mandelbrot, il Nostro incarna due miti religiosi del nostro tempo: Budda e Gesù, con evidente richiamo ai Vangeli gnostici ritrovati a Nag Hammadi, nell’Alto Egitto, nel 1945. Dico questo, perché in tali Vangeli (considerati apocrifi dalla Chiesa, ma con tracce della parola di Cristo) il Messia è descritto come “Gesù il Vivente” e parla di illusione e illuminazione proprio come “Budda il Vivente” della tradizione indù e buddista. Infatti, in Revolutions Neo troverà, assieme, l’illuminazione e la crocifissione, quasi come tentavano di dimostrare gli gnostici (gnosis significa conoscenza) tra il I e il IV secolo d.C. . Nondimeno, la figura di Trinity (Carrie-Anne Moss); centrale in tutta la trilogia di Matrix, è ancora ravvisabile nei Vangeli gnostici, precisamente nel Vangelo di Filippo, dove troviamo una sposa di Gesù, Maddalena, così descritta: “…La consorte di [Cristo è Maria] Maddalena. [Il Signore amava Maria] più di [tutti] e la baciava [spesso] sulla [bocca]”. Tutto ciò, chiude il cerchio sul visionario neo-Testamento propostoci dai fratelli Wachowski, rispetto al quale si può aderire o dissentire, ma che in ogni caso rappresenta la punta più avanzata, dopo “2001: Odissea nello spazio” e “Solaris”, dell’osmosi dialogica creatasi da decenni tra filosofia e fantascienza. Da ultimo, per la gioia dei matrixmaniaci, c’è da osservare che il titolo “Matrix Revolutions: il capitolo finale” porterebbe a concludere che il mondo di Matrix abbia termine con questo terzo capitolo, ma nelle ultime scene di Revolutions un sibillino richiamo alle sorti di Neo induce invece a pensare che un quarto episodio non sia affatto una prospettiva illusoria. Non dimentichiamo, infatti, che la “macchina Matrix” ha prodotto una montagna di dollari di profitto, a cui i “nuovi filosofi”, diversamente da Socrate, sembra non vogliano affatto rinunciare.

* Osvaldo Contenti è autore assieme a Renzo Rossellini del volume “Chat room Roberto Rossellini”, Luca Sossella editore, p. 160, euro 15

The Matrix Betrays
di Giacomo Freri *

Ovvero come i Wachoswki e la Warner impararono a non preoccuparsi e ad amare i $.

A.D. 1999. Esce Matrix, secondo film dei semisconosciuti fratelli Wachowski. Dopo pochi mesi dall’uscita il film è già un cult. Si parla di anno zero del cinema contemporaneo, gli effetti speciali, stavolta usati in senso intelligente e non fine a se stessi, strabiliano tutti. Si schierano in campo filosofi, critici, intellettuali di ogni sorta e tra il pubblico più giovane il film è già un’icona, un manifesto di un nuovo modo di vedere la realtà, di pensare il cinema, il mondo.
Era bello sentire i nostri genitori chiederci un po’ scettici: “Ma cos’è questo Matrix?” e noi: “No papà, lascia stare, è una cosa sulla realtà virtuale, non so se fa per te… a proposito, è uscito l’ultimo film di Clint Eastwood, mi hanno detto che è molto bello…”. Insomma, era qualcosa che ci apparteneva, eravamo gelosi di qualcosa che faceva parte del nostro universo immaginario, del nostro, e solo nostro, nuovo mondo di valori estetici.
Gli incassi sono da record, pubblico e critica d’accordo (anche lui, il Mereghetti in persona gli dà 3 stelle…!); intellettuali e divoratori di fumettazzi che vanno a braccetto. Insomma, un miracolo, un cult che diventa tale solo nel giro di pochi mesi, cosa rarissima.
Ve lo ricordate come ci avevano lasciato i Wachowski? Neo inizia il suo monologo finale sullo sfondo del programma Matrix che inidica “System Failure”: “… Io non conosco il futuro, non sono venuto a dirvi come andrà a finire. Sono venuto a dirivi come comincierà. Adesso appenderò il telefono, e farò vedere a tutta questa gente quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini, un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo dipenderà da voi e da loro.” Neo appende il telefono, esce dalla cabina, indossa gli occhiali da sole e in sottofondo parte la chitarra in distorsione di Tom Morello dei Rage Against the Machine (si, proprio loro al completo…!); zoommata vertiginosa all’indietro ad inquadrare la città dall’alto e Neo che si alza in volo e passa davanti alla macchina da presa oscurando l’immagine, partono i titoli di coda… Niente d’aggiungere, momenti di estasi.

A.D. 2003. Escono Matrix Reloaded e Matrix Revolutions, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Il tradimento è compiuto. I Wachowski ci voltano le spalle, anzi, ancora peggio, ci prendono per il culo, ci svendono alla lagge del mercato più becero.
Visto il successo del primo episodio, la domanda che è sorta spontanea alla Warner, nella testa di Joe Silver e dei due fratellini di Chicago sarà stata: “Perchè non facciamo un (anzi due in uno, o uno in due) sequel? E sfruttiamo più che possiamo questa febbre da Matrix che ha infettato i giovani del pianeta? E perchè non cerchiamo di contagiare anche gli altri, quelli che finora erano rimasti immuni? Mettiamoci dentro un po’ più d’azione, le astronavi che sparano, un bel po’ di romanticismo strappalacrime, il new-age, il patriottismo a stelle e strisce, un po’ di gnocche che ballano sudate… E poi ovviamente tutto quello che era piaciuto nel primo…”.
Si, ce l’avete fatta, bravi e furbi. I soldi sono arriavati a palate (ahimè, ho contibuito anch’io in modo anche sostanzioso…) e tutti (o quasi) ci sono cascati. E pensare che si parlava di metafora della lotta no global vs. capitale mondiale! Questi sono più compromessi di Bill Gates! Ma se avete rubato dal mio portafoglio, il mio cuore non si tocca: Neo che ferma le pallottole con la mano, Morpheus che gli offre le pillolle della scelta tra mondo reale e Matrix, Trinity nel completo in lattex con i capelli ingellati rimarrano lì dove sono, nel mio scaffale, da tirare fuori in un pomeriggio piovoso. E non permetterò che un manipolo di avidi produttori me li portino via.

Informazioni sul convegno alla Statale di Milano: “Dentro la matrice”

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