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Solite storie

Solite storie


Se non fosse tratta da un libro a fumetti questa storia lascerebbe quantomeno perplessi già a partire dal titolo. Gli uomini straordinari che ci vengono mostrati sono in realtà una combriccola formata dai più disparati eroi della letteratura moderna, riuniti per compiere un’impresa strepitosa: quella di faticare per divertire un pubblico violentando la propria immagine e la propria storia. Individui del taglio di Tom Sawyer, Dr. Jekyll, Capitano Nemo, Dorian Gray che da soli sanno essere protagonisti di mirabolanti gesta, messi insieme riescono a formare solo una macedonia insipida. Chissà quante ore di pellicola si potrebbero ancora trarre dalle ricche pagine degli augusti romanzi qui scomodati, quanti racconti, quante retrospettive. E invece ecco i nostri eroi scomparire uno di fianco all’altro in un film che sembra più lo storyboard per un videogioco picchiaduro della Playstation che la narrazione di una leggenda. L’idea di mettere assieme dei grandi personaggi della letteratura è stimolante e divertente, ma non per vederli saltare in acrobatiche sessioni di kung-fu fighting a ritmi vertiginosi e un po’ stomachevoli. Il fantasy qui non c’entra, si cerca solo di stupire, si fa a gara a chi la spara più grossa e non si tenta nemmeno di imbastire una vera trama. Appare del tutto secondario che a riunire gli Uomini straordinari sia stato in verità il perfido ingegnere interessato a impossessarsi dei loro segreti, non certo un colpo di scena. Il divertimento sta tutto nel vedere Venezia che si disintegra sotto l’onda d’urto di un’esplosione senza che questo preoccupi più di tanto nessuno o l’immancabile corsa con una potente macchina con 6 ruote. Evidentemente si è puntato più sulla quantità che sulla qualità, pensando che mischiando bene un po’ di tutti gli ingredienti a disposizione del cinema di massa, non potesse nascere che un successo. Possibile che non si riesca a fare a meno di sparatorie, esplosioni, arti marziali, devastazioni, uccisioni? Si aggiungano poi un po’ di retorica pseudo pacifista, un figlio morto, dei nomi famosi, del soprannaturale, un cattivo mascherato et voilà, il piatto è pronto.
Se si accantona tutto questo c’è da dire che la computer grafica ha prodotto delle ambientazioni decisamente belle. Le scene in cui compare il sottomarino Nautilus, barocco e immenso, sono a tratti epiche e sicuramente soddisfacenti per amanti di u-boat e non, forse le migliori del film. Certo resta da spiegare come un natante tanto grosso si possa destreggiare tra le calli veneziani e cosa sia successo al capitano Nemo, trasformatosi in santone Hindu. Certo sono bellissimi gli effetti speciali, ma che centra Hulk con Mr. Hide? Nemmeno Connery in definitiva convince e la sensazione resta quella che si sia voluto strafare, finendo con l’assemblare un prodotto in definitiva inutile e spesso irritante. Meno male che prima dei titoli di coda viene mostrata la resurrezione di Allan Quatermain. Fa sempre piacere vedere qualcosa di insolito e poi, scusate, non è da tutti!

Curiosità: Il set del sommergibile ha sofferto pesanti danni durante la catastrofica alluvione che ha colpito Praga nell’agosto 2002. Nel cantiere che ospitava il set, il livello dell’acqua ha raggiunto oltre 50 metri, distruggendo praticamente tutto.

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