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Vorrei essere un Autore ma…

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L’impressione, vedendo il film, è che Mereu abbia voluto strafare alla sua prima prova. Troppi registri diversi mescolati tra loro, troppa presunzione nel voler fare poesia e nel voler dimostrare la propria originalità e fantasia (quando in realtà entrambe le qualità mancano).Il film è suddiviso in quattro episodi, ognuno dei quali porta il nome di una stagione, riferita all’indole dei protagonisti che compaiono in essi: in primavera un gruppo di bambini alla scoperta del mondo; in estate un giovane che scopre il sesso; autunno la figura della suora raccolta e timorosa; ed infine, in inverno un uomo anziano che va incontro alla morte. La prima storia ha un’impronta decisamente realista, sottolineata dalla scelta di far parlare i personaggi in sardo con i sottotitoli in italiano ed forse l’unica che si salva. Se l’intento del film era quello di parlare della Sardegna e della sua gente, qui Mereu sembra riuscirci.Ma poi, purtroppo, si perde completamente. Il giovane pastore sardo e praticamente muto, iniziato al sesso dalla giovane e bella francese arrivata misteriosamente sull’isola con un piccolo aereo, è quasi irritante. E la scena dell’amplesso consumato tra gli aspri monti sardi, fa quasi ridere (l’urlo liberatorio e animalesco del pastore poteva veramente risparmiarcelo…) La figura della giovane suora, incerta tra la sua vocazione e una vita “normale”, è stravecchia e ritrita. La festa di matrimonio a cui partecipa, interrotta dal diluvio sa troppo di Kusturica (e indirettamante di Fellini) e stona decisamente all’interno di una vicenda che dovrebbe toccare un tema così intimo.L’ultima storia, sicuramente la più debole, si conclude con l’imbarazzante e fuori luogo viaggio nell’aldilà in cui l’uomo appena morto incontra tutti i personaggi delle storie precedenti (al primo film Mereu si prende già decisamnte troppo sul serio…). Insomma, i quattro episodi risultano, alla fine, slegati tra loro, senza una solida idea di fondo, un filo rosso che li unisca veramnete, sia a livello stilistico che tematico. Mereu parte come un neorealista e conclude scopiazzando Fellini: mossa decisamente rischiosa, e poco riuscita.

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