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Sur un tandem, quand l’un des deux tombe…

Sur un tandem, quand l’un des deux tombe…

D’altronde l’amore non è condivisione?

È una storia d’amore l’amicizia tra Mortez e Rivetot, i quali sono costretti a viaggiare nella stessa automobile attraverso lo squallore e le stranezze della provincia francese, a dormire nella stessa stanza per risparmiare, a sopportarsi anche quando sono di cattivo umore. D’altronde, l’amore non è condivisione? I due protagonisti sembrano addirittura sposati: Rivetot fa il bucato, stira le camicie a Mortez, gli fa le iniezioni, si prende cura di lui in tutto e per tutto, lo difende e cerca di tenerlo lontano, proteggerlo, dalle cose spiacevoli, che lo farebbero soffrire. Proprio come una donna farebbe con il suo uomo.

“Sur un tandem…

Il viaggio dei due personaggi si dipana tra visioni di enormi cani rosso-scarlatto che attraversano la carreggiata, ciclisti che si divertono a lanciare biciclette dai cavalcavia e famiglie che si godono rilassanti pic-nic sul bordo dell’autostrada! Ma il viaggio non è altro che il pretesto attraverso cui Leconte ci racconta un’amicizia fatta di sguardi e sorrisi malinconici e colazioni silenti sul tetto della macchina alle prime luci del mattino. Niente di più romantico. A momenti, anche “Il mio rifugio” di Cocciante fa venire le lacrime agli occhi (beh, forse quello succede per altri motivi…). Più il viaggio procede, più i due personaggi diventano complici. É interdipendenza.

… quand l’un des deux tombe …

Mortez. Una nuvola di uccelli bianchi e sacchi dell’immondizia si agitano intorno a lui. E lui ci cammina in mezzo come se non esistessero. Parla da solo. È sul fondo……

ce sont les deux qui se cassent la gueule.”

… e con sé ha trascinato Rivetot, proprio per l’interdipendenza che intercorre tra i due. Ma con pazienza, i due eroi, paragonati spesso dai critici a Don Chisciotte e Sancho Panza, sapranno rialzarsi e ricominciare il loro viaggio.
La coppia Rivetot-Mortez è formidabile. La simpatia “bonaria” di Rivetot è compensata da quella “furba” di Mortez. Rivetot guarda Mortez con ammirazione, Mortez Guarda Rivetot con affetto. Se fossero un sentimento sarebbero l’Umanità. Due lati di una stessa medaglia. Come il mondo che rappresenta Leconte in questo film: crudele e tenero allo stesso tempo.

Come nasce l’accoppiata Rochefort – Leconte.

Visivamente, sono poche le scene notevoli. Ma Leconte, in questo film, dimostra di essere un grande osservatore e creatore di atmosfere. Si può dire che luci, volti e luoghi facciano il film. Se si aggiunge a tutto questo anche una sceneggiatura poetica e un attore come Rochefort… il gioco è fatto. Proprio con “Tandem”, tra l’altro, ebbe inizio il rapporto lavorativo tra Leconte e Rochefort. Con lui Leconte aveva girato il suo primo film nel ’75 “Il cadavere era già morto”. L’esperienza non fu per niente piacevole e Leconte pensò addirittura di abbandonare il cinema. Dopo 12 anni, per dimostrare a Rochefort di valere qualcosa, gli inviò il copione di “Tandem”. Rochefort lo lesse e quando lo chiamò le uniche parole che gli uscirono di bocca furono: “Ti proibisco di fare questo film senza di me.”

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