I consigli per l’estate
Per quelli che d’estate riescono a leggere cose poco più lunghe degli status di Facebook.
Poche righe, al massimo poche pagine: Creature del giardino di Lydia Davis vi sorprenderà. Forse ci vorrà qualche pagina per entrare nel “mondo” di quella che qualcuno ha definito il “gigante silenzioso della letteratura americana”.
Il tema principe è l’essere umano, con i suoi meccanismi psicologici apparentemente insondabili, spesso personali, molto universali. Infelicità, inadeguatezza, vita quotidiana e stream of consciousness non dichiarato a pacchi: storie a volte divertenti, a volte proprio ‘strane’, plurali come solo il genere umano sa essere. “Shot stories”, tra un bagno e l’altro, per tuffarsi senza boccaglio nelle umane vicende.
(Lydia Davis, Creature nel giardino, BUR)
Per quelli che “leggo solo se ci sono almeno una dozzina di elfi e un paio di fate”.
Un pezzo forte, il ritorno alla scrittura di Matheson (quello di Io sono leggenda, tanto per intenderci): un capolavoro di raggiro del lettore, a cui parla direttamente sotto le mentite spoglie di Alexander White, scrittore che rievoca quando, diciottenne (è il 1918), si arruola e partecipa alla Grande Guerra, e da lì finisce a Gatford in Inghilterra con una strana pepita d’oro regalatagli da un soldato amico. E qui arrivano le piccole creature del bosco, una strega dai capelli rossi, una piccola fatina e… sì, sembra assurdo. Eppure Matheson ha un talento straordinario nel fartelo sembrare vero, fino all’ultima parola. Doti richieste al lettore: senso dell’ironia, disposizione verso il fantastico, l’horror e… tutti gli Altri regni.
(Richard Matheson, Altri regni, Fanucci editore)
Per quelli che amano le short stories.
Dopo poche righe vi guardate intorno e vedete il Massachussettes. E siete in casa di Greg, che sta per sposare Brenda, la ex moglie di suo figlio Larry. Mentre l’altro figlio, il tredicenne Richie, tenta di diventare un buon prete irlandese, nonostante quella sua amica che… E si intuisce subito che “sarà difficile restare cattolici” in quella casa. Una manciata di personaggi descritti con una maestria più unica che rara, una storia di formazione a vari livelli e varie età, scritta da Andre Dubus (allievo-maestro-amico di Richard Yates), dai cui racconti sono stati tratti film quali In the bedroom e I giochi dei grandi, premiato al Sundance Festival.
Una lettura breve ma da fare piano, in cui ogni parola ha un peso specifico, e ogni aggettivo apre mondi inaspettati.
Tanto per intenderci, “il nostro compito non è vivere grandi vite, il nostro compito è portare avanti le vite che abbiamo”.
(Andre Dubus, Voci dalla luna, ed. Mattioli 1885)
Per quelli che Italians do it better.
In attesa di vedere il film che ne è stato tratto da Daniele Gaglianone, (con nel cast Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea e Valeria Solarino), forse in concorso alla prossima Mostra di Venezia 2011, vale la pena (ri)leggere Ruggine di Stefano Massaron.
Che porta il lettore dritto dritto all’estate del 1977, nella periferia più periferia di Milano, tra i cortili senza respiro dei palazzoni popolari, dove un gruppo di bambini si misura con l’odore della ruggine e l’orrore in agguato, e senza saperlo varca per sempre la linea d’ombra tra l’infanzia e l’età adulta. Un presente che è già storia personale e formazione di vita, impossibile da rimuovere, inevitabile da fronteggiare.
(Stefano Massaron, Ruggine, Einaudi Stile Libero)
Per chi ama alla follia le biografie di uomini straordinari.
Imperdibile Marshall McLuhan di Douglas Coupland: lui è il celebre sociologo canadese che inventò l’espressione “villaggio globale”, nonché un’espressione culto per quello che sarebbe diventato il mondo geek “Il medium è il messaggio”. L’altro è l’autore che ha dato un nome e un volto alla Generazione X e poi alla Generazione A. Ne viene fuori un libro irresistibile, che scavalca i confini delle “bio” tradizionali restituendo un’immagine perfetta del genio McLuhan, dettagliata come una fotografia, appassionante come un romanzo. L’occasione è il centenario della nascita di McLuhan, che cade il 21 luglio di quest’anno. Quale modo migliore di omaggiarlo che leggendone gli aneddoti su una spiaggia affollata di gente intenta, tra un bagno e l’altro, a controllare la bacheca di Facebook sullo smartphone?
(Douglas Coupland, Marshall McLuhan, Isbn edizioni)
A cura di Antiniska Pozzi
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