Inside Gola profonda
«C’era…si quella donna che è morta da poco». Questo l’unico ricordo che Mary Carey, una delle più famose pornostar dei nostri giorni (protagonista di film come Busty Dildo Lovers 4 e Lick My Balls), ha di Gola profonda (Deep throat, Gerard Damiano, 1972), quando viene interpellata da Fenton Bailey e Randy Barbato, autori di Inside Gola profonda. Nata otto anni dopo l’uscita del film, la giovane Mary non sa che senza il lavoro di Damiano & co. probabilmente oggi non calpesterebbe tappeti rossi in lussuosi pornogala, ma sarebbe ancora in un mercato ai limiti della legalità.
Per questo motivo il lavoro di Bailey e Barbato, al di là dei meriti squisitamente filmici, assume importanza perché in grado di fornire il giusto significato a un’opera e a un’epoca che hanno rivoluzionato non solo un genere cinematografico, ma anche lo stile di vita di una nazione.
Prima di Gola profonda infatti il mondo della pornografia era rimasto nascosto, isolato nei cinema a luci rosse. Il film di Damiano ha avuto il merito di sdoganare la sessualità in un’America puritana che faceva di tutto per mantenerla un tabù.
Bailey e Barbato, documentaristi pluripremiati e autori anche del sottovalutato Party monster (id., 2003), hanno voluto raccontare quell’epoca, già descritta da film come Boogie nights (id., Paul Thomas Anderson, 1997) e Wonderland (id., James Cox, 2003). Il loro è un taglio molto leggero, che racconta la favola di pochi anni e il suo lento e inesorabile declino. Registi e attori del tempo sono oggi degli arzilli pensionati che raccontano un mondo fantastico, in cui con venticinque mila dollari si poteva realizzare un film che ne incassava mezzo miliardo, in cui i tentativi di censura finivano per incrementare gli introiti e in cui una sceneggiatura che prevedeva la scoperta di un clitoride in gola sembrava la più geniale mai scritta. Un mondo che sarebbe crollato negli anni ottanta, gli anni del vhs e dell’aids, gli anni che riportarono la pornografia a un livello poco più che amatoriale.
Inside Gola profonda non è insomma una ricostruzione troppo minuziosa o approfondita (per la quale si consiglia il volume Gola profonda, la pornografia prima e dopo Linda Lovelace – Piero Calò, Giuseppe Grosso Ciponte, 2002) ma un divertente e utile viaggio in un mondo che oggi ci appare più lontano di quanto non sia in realtà.
A cura di Alberto Brumana
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