Un nuovo scandalo tutto Italiano
Prodotto: Patatine “Amica Chips”
Messaggio: “Fidatevi di chi le ha provate tutte”
Dispositivo: “Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che le comunicazioni pubblicitarie contestate (spot e radiocomunicati) non sono conformi agli artt. 9 e 10 del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, e ne dispone la cessazione.”
(Art. 9 – Violenza, volgarità, indecenza)
(Art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona)
Fonte: Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria
Lo hanno zittito e ora non parla più. Lo hanno giudicato uno spot immorale, volgare, indecente, che va contro le convinzioni morali, civili e religiose. Per questo ora Rocco è muto come un pesce. Ma una cosa non sono riusciti a togliergliela: un ammiccante e malizioso sorriso che, nonostante la nuova faccia seriosa, continua dimorare sul suo viso.
Nella nuova accoppiata Rocco – Amica chips, rispetto allo spot precedente, la scena è completamente cambiata: siamo in un interno bianco, una mora ed una bionda sfilano oltre la telecamera, Rocco, placidamente, le insegue, ma prima ci guarda malizioso, addentando una dorata e croccante patatina. Infine, sparito anche lui (l’intuito ci fa capire che ha già raggiunto le graziose donzelle), possiamo ammirare il suo fiero ritratto e in basso i suoi numerosi trofei, simbolo non troppo velato di vittorie duramente, ma piacevolmente conquistate. Dieci secondi di puro e incontrastato godimento.
Speriamo che ora il Moige (movimento italiano genitori) sia soddisfatto. Non sembra proprio che, nella nuova versione, i ferrei giudici dello Iap possano applicare ancora le loro severissime regole. E poi, diciamolo: la legge dovrebbe essere uguale per tutti.
E allora perché sugli schermi si vedono ancora pubblicità che ben poco sembrano rispettare le norme del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria? Come mai in tv vediamo ancora una pubblicità equivoca come quella della Campari, che, sebbene sia realizzata in modo egregio, può realmente portare a turbamenti nell’animo dei più giovani? Che quella sia una forma d’arte e questa no?
In questo mondo che ci vuole preservare da qualche battuta e doppio senso, che ha il solo peccato di farci sorridere, ci riconosciamo come persone intelligenti e, perciò, possiamo comprendere che nessun bambino potrebbe riconoscere l’attore come il “pornodivo”, ma come un semplice signore che si atteggia fra tante belle ragazze e che mangia patatine.
Che questo possa essere per loro fonte di turbamento?
O non sarà, invece, che il turbamento si è scatenato negli stessi componenti del Moige, come fossero stati sorpresi mentre affondavano golosamente le loro manine in un vasetto di marmellata? Possibile che i componenti stessi del Giurì, come dice giustamente Maria Laura Rodotà, si siano innervositi più che per lo spiritosissimo e centratissimo spot per il fatto che come protagonista ci fosse proprio il “pornodivo”?
Ma non erano giunti i tempi in cui la civiltà evoluta doveva mostrarsi finalmente pronta ad accettare una Eva Henger in versione velina e anche un Siffredi che rappresenta se stesso? Possibile che serpeggi ancora questo perbenismo imperante in questa nostra troppo ipocrita società? E pensare che lo spot di Rocco sembrava essere stato una prima e freschissima boccata d’aria, un vero e proprio sospiro di sollievo. E invece no, siamo ancora qua, spaventati dalla nostra ignoranza e dai nostri pregiudizi, incapaci di riconoscere che non è questo il modo di proteggere i più deboli.
Non è fingendoci ben pensanti che daremo il buon esempio. Così continueremo a negare ciò che segretamente tutti conoscono, dipingendolo come qualcosa di nascosto e di sconveniente: ma questo ci farà vivere in un mondo migliore? O continueremo a rimanere nella nostra piccolezza e nella nostra finta realtà?
La domanda è retorica, il consiglio è uno: cerchiamo di evitare queste brutte cadute di stile e soprattutto cerchiamo di essere un po’ più spontanei. Tutti ne avremo da guadagnare, Rocco per primo!
A cura di Alice Dutto
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