I diari della carrozzina – Giorno 1
Carlo Prevosti, vicedirettore di Hideout, è documentarista e autore insieme ad Andrea Boretti di Con le ruote per terra, film vincitore dello Sport Movies & Tv, dell’Italian Sport Award e del Festival del Cinema dell’Handicap e dei Diritti Umani. Proprio grazie a quest’ultimo riconoscimento Con le ruote per terra si è conquistato il diritto di partecipare Festival Internazionale dei Diritti Umani di Buenos Aires. Carlo e Andrea ci raccontano il loro viaggio in Argentina giorno dopo giorno.
Quattordici ore di volo e si atterra a Buenos Aires, nemmeno il tempo di assestare il jet lag e il festival è già nel suo pieno. La città è dedalo di stradine a senso unico e di viali che sembrano autostrade, ovunque il traffico è caotico ma si respira, oltre al gas di scarico, l’atmosfera tipica delle città dove le culture si incrociano dando vita a un fervore elettrico. Ci piace pensare che la prima internazionale di Con le ruote per terra avverrà in una metropoli così viva e ricca di contraddizioni.
Per la proiezioni è stato scelto un teatro di un quartiere di periferia, all’apparenza poco ospitale, ma che troviamo inaspettatamente pieno di giovani. Ci arriviamo con uno scuolabus improponibile che sembra uscito da un film della Cuba castrista. Manca solo la musica di Compay Secundo. L’autista ci dice di non lasciare in vista la macchina fotografica, non è una bella zona, ma nel piccolo teatro siamo accolti in modo caldo come il caffè che ci offrono, accompagnato dagli immancabili churros. Le madri della Plaza de Mayo che abbiamo incontrato nel pomeriggio davanti alla Casa Rosada sembrano lontanissime, con la loro rituale manifestazione che da anni ogni giovedì pomeriggio ricorda gli oltre trentamila hijos desaparecidos.
Sui titoli di coda gli applausi ci dimostrano che nonostante undicimila chilometri di distanza e una lingua differente la storia che abbiamo voluto raccontare riesce a toccare l’animo degli spettatori. Finiamo la serata con una birra in un locale nostalgico dell’epoca di Peron, mentre un ritratto del Generale ci osserva inquietante dall’altro di una balaustra.
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