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Al via il 21° Festival del Cinema Africano

70 film selezionati da una base di partenza di oltre 700 e provenienti da 42 diversi paesi: è più ricco che mai il programma del ventunesimo Festival del Cinema Africano, d’Asia e America latina, presentato martedì 15 marzo all’Auditorium San Fedele di Milano. Un’edizione che fa inevitabilmente i conti con l’attualità e quindi con i recentissimi sconvolgimenti politici del Maghreb, da cui provengono molte delle opere in concorso. Al tema sarà dedicato l’evento speciale Mondo arabo: segnali da una rivoluzione contagiosa, articolato in tre giornate: film e video inediti, un dibattito tra registi e artisti nordafricani e una serata musicale con la partecipazione dei rapper Madou MC e Karkadan e della cantautrice Neyssatou, protagonisti in prima persona della rivolta tunisina. “Anche nei film che abbiamo visionato, benché precedenti agli eventi delle ultime settimane – ha spiegato Alessandra Speciale, responsabile della direzione artistica del festival insieme ad Annamaria Gallone – si avvertiva nettamente il fermento culturale che in seguito ha portato i popoli maghrebini alla ribellione”. Tra le opere più interessanti in questo senso Microphone dell’egiziano Ahmad Abdalla e il cortometraggio algerino Le dernier passager.
La conferenza stampa di presentazione del festival è stata preceduta dall’anteprima italiana di A Woman, a Gun and a Noodle Shop di Zhang Yimou, remake del celebre Blood Simple, film d’esordio dei fratelli Coen (sarà riproposto per la serata inaugurale di lunedì 21 marzo). Non si tratta di una scelta casuale: alle commedie è infatti dedicata, per la prima volta, una speciale sezione tematica della rassegna, E tutti ridono…. I film di questa sezione sono stati selezionati in collaborazione con Gino e Michele, artefici di Zelig, e saranno presentati nel corso del festival dai comici della popolare trasmissione televisiva. “Il genere comico – ha commentato ancora il direttore artistico – ci consente di dare spazio a una grande novità della cinematografia africana: un cinema popolare e commerciale, finalmente accessibile al pubblico di massa, ma difficile da trasporre nel contesto festivaliero”.

Da sette anni il festival non è più soltanto africano: una scelta rivendicata dagli organizzatori “non certo perché il continente africano non sia ricco di proposte cinematografiche, ma perché questa formula costituisce un’occasione di incontro e confronto tra artisti di paesi molto diversi tra loro”. Moltissime, quindi, le opere provenienti dal Centro e Sud America e dall’Asia, tra le quali si segnala il filippino Ways of the sea di Sheron Dayoc, sul poco noto fenomeno dell’immigrazione clandestina dalle Filippine alla Malaysia.

Come sempre quattro le sezioni in cui è articolato il festival: la giuria presieduta da Nouri Bouzid, due volte vincitore del Tanit d’Or a Cartagine, premierà il miglior lungometraggio internazionale per il concorso Finestre sul mondo, che si aggiudicherà anche un premio di 15.000 euro. Una seconda giuria, guidata dal critico Roberto Nepoti, assegnerà il premio al miglior film africano: tra i più attesi Un homme qui crie del pluripremiato Mahamat Saleh Haroun (Sexe, gombo et beurre salé). Chiudono il programma il concorso per il miglior documentario, che vede in corsa 9 opere accomunate dalle tematiche della memoria e dei confini, e quello per il miglior cortometraggio africano.
Fuori concorso è da segnalare la sezione Raiding Africa, realizzata come lo scorso anno in collaborazione con il Rotterdam International Film Festival: saranno presentati i lavori di sette giovani cineasti africani realizzati in Cina e finanziati dalla Li Xianting Film School di Pechino. L’ampia sezione Extr’A è invece riservata ai registi italiani che trattano le problematiche dell’immigrazione. Non mancano le retrospettive dedicate ad artisti recentemente scomparsi come il grande attore Sotigui Kouyaté e i registi Moustapha Dao e Omar Amiralay: di quest’ultimo verrà presentato il documentario Everyday life in a Syrian village, da sempre censurato in patria e premiato a Berlino nel 1976.
Innumerevoli anche le iniziative “fuori salone”: ogni giorno la Casa del Pane ai caselli di Porta Venezia ospiterà incontri, dibattiti, conferenze stampa, ma anche aperitivi e spettacoli musicali. Tra le mostre permamenti Africa Comics, un’esposizione di tavole dei migliori fumettisti sudafricani, e Giovani talenti per Eni, main sponsor della manifestazione. Da segnalare infine l’omaggio all’artista sudafricano William Kentridge, protagonista alla Triennale di Milano con la videoinstallazione What Will Come.

Le proiezioni del festival si svolgeranno da lunedì 21 a domenica 27 marzo presso Auditorium San Fedele, Spazio Oberdan, Cinema Gnomo, Teatro Rosetum e Centre culturel français de Milan. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro a spettacolo, mentre la tessera valida per tutte le proiezioni è in vendita a 26 euro; tutti i film sono sottotitolati in italiano.

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