A Locarno c’è l’invasione dei manga!
Le retrospettive, si sa, sono sempre state un punto di forza del Festival di Locarno, ma quest’anno la manifestazione ticinese ne ha sfornata una davvero eccellente, per ricchezza e qualità. Bisogna tornare a Orson Welles del 2005, o a Joe Dante e i cormaniani del 1999, per ricordare una rassegna che da sola costituisce un programma alternativo a quello del concorso e delle altre sezioni. In pratica si possono passare le intere giornate senza vedere nient’altro. L’altro grande merito è quello di dare dignità al mondo dell’animazione giapponese, troppo spesso considerato un prodotto di subcultura. Va ricordato a questo propsito che la retrospettiva Manga Impact! è organizzata insieme a un’altra prestigiosa istituzione, il Museo del Cinema di Torino. Rimane discutibile il titolo, dal momento che per manga si intendono i fumetti giapponesi e non i cartoni animati, detti anime. Forse il titolo Anime Impact! non avrebbe avuto lo stesso richiamo? Mah…
A Locarno è atterrato l’animatore Takahata Isao, autore di quello che è considerato uno dei capolavori dell’animazione del Sol Levante, vale a dire Una tomba per le lucciole, struggente racconto di un amore fraterno, tra gli stenti e la miseria del Giappone del dopoguerra. Un cartone animato neorealista, e il solo accostamento di queste due parole rende la grandezza di quest’opera. Di Takahata è stato proiettato anche Pom Poko, opera meno famosa ma non meno interessante, una fiaba ambientalista che racconta dei tanuki, animali simili a tassi che nel folklore giapponese sono in grado di assumere sembianze umane, e della loro rivolta contro la speculazione edilizia che ha cancellato il paesaggio rurale nei dintorni di Tokyo. Una storia che evoca i periodi della contestazione, indicativa dello spessore di questo autore. Non a caso Takahata è un regista di punta dello Studio Ghibli di Miyazaki Hayao, di cui rappresenta tutta la produzione di opere piu’ intimiste, contemporanee e comunque non fantasy. Ma una tale sensibilità politica era evidente anche in una delle sue prime opere, Little Norse Prince Valiant del 1968, dove vi è l’esaltazione del modello socialista nell’organizzazione della vita di un piccolo villaggio.
Altro autore cult presente a Locarno è Tomino Yoshiyuki, celebre per aver inventato Gundam, rivoluzionando il genere dei robottoni giganti. Come si è potuto constatare con la proiezione, in Piazza Grande, di Mobil Suit Gundam I, film che assembla le prime puntate della prima serie televisiva, per la prima volta il robot non è un personaggio, come Mazinger o Goldrake, ma un’arma impiegata all’interno di una guerra fantascientifica, che rieccheggia tanti episodi storici. Non esiste poi un manicheismo stretto tra buoni e cattivi, basti pensare all’affascinante e complessa figura del tenente Char, il principale avversario del protagonista Amuro Rey, e tra gli stessi buoni figurano personaggi quantomeno discutibili. Presente a Locarno anche Itano Ichiro, l’animatore passato alla storia per le bellissime scene di esplosioni spaziali di Gundam e di tante altre space opera dell’epoca.
Il programma di Manga Impact! spazia dalle ultime opere di tendenza ai classici e ai film d’animazione delle origini, i precursori degli anime. Tra questi ultimi spicca l’opera di Ofuji Noburo, attivo dagli anni Venti ai primi anni Sessanta. Questo animatore utilizzava un metodo rudimentale composto da una carta colorata tradizionale, detta chiyogami, e da un sistema di sincronizzazione con una registrazione in vinile. I risultati sono delle vere e proprie opere d’arte, proprio come i lavori di Kawamoto Kihachiro. Quest’ultimo è un animatore di pupazzi a passo uno, ed è stato allievo, negli anni Sessanta, del grande regista ceco Jiří Trnka. I film di Kawamoto sono tratti da storie del folklore giapponese e abbinano le bellissime bambole, animate in stop motion, con dei fondali acquarellati che richiamano l’antica tradizione pittorica giapponese. Si tratta di autentici capolavori e la loro proiezione è un altro grande merito di Manga Impact!.
A cura di Giampiero Raganelli
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