Nascondiglio
alla Croisette
La prima volta non si scorda mai. A scanso di equivoci, preciso che mi sto riferendo al mio esordio al Festival di Cannes, il festival dei festival, sogno di ogni cinefilo. Non tutto però è stato all’altezza delle aspettative. Certo la qualità delle opere presentate era molto alta (Eastwood, i Dardenne, Egoyan), e anche nelle sezioni collaterali c’erano opere di alto livello, visibili solo lì perché non distribuite nemmeno nei circuiti d’essai. Una grande abbuffata, cui si possono aggiungere i classici all’aperto al Cinéma de la plage o i tantissimi film presentati per il Marchè in salettine minuscole per i distributori, in cui si può entrare solo se si è fortunati a trovare posti disponibili.
Le sale di proiezione poi sono le migliori possibili. Le due gigantesche del Palais, il Grand Théâtre Lumière e la Salle Debussy sono talmente ben congegnate che puoi anche essere all’ultimo posto in piccionaia e vedere il film benissimo, meglio di qualsiasi normale sala cinematografica. La Sala Grande di Venezia impallidisce al confronto. Colpisce però il livello assurdo di regole e formalismi che arrivano all’inverosimile. Racconto due episodi a mo’ di esempio.
Assisto alla proiezione di un documentario sui senza fissa dimora di Parigi. Gli autori del film hanno fondato un movimento per garantire casa per tutti e si sono scontranti violentemente con il Governo di Sarkozy. Presenti in sala, sono accolti da un’ovazione, tale è la loro popolarità in Francia. Subito dopo vado alla proiezione di Two Lovers, ma le maschere mi dicono che non posso entrare perché è una serata di gala, per la quale è tassativamente obbligatorio lo smoking! Anche se poi si finisce in piccionaia, molto lontani da Gwyneth Paltrow. Tutti quei fighetti agghindati per mettersi in mostra fanno un certo contrasto con la retorica populista di prima, ma anche con la gigantografia di Ingrid Betancourt che campeggia proprio sulle loro teste. L’ipocrisia tipica dei francesi, mi spiega un amico che vive a Parigi da anni. E che dire del fatto che al Monoprix, il supermercato dai prezzi modici, vendono dei finti smoking di plastica per 10 euro? Mah…
Altra disavventura. Uno dei primi giorni perdo incautamente il depliant con il programma generale. Poco male, penso, ne recupererò un altro. Ma cercando in ogni centimetro del Palais, questi maledetti pieghevoli proprio non si trovano. Chiedo a svariati addetti e il copione è sempre lo stesso. Mi fanno presente che dovrei averlo nella borsa che mi è stata data con l’accredito e quando spiego loro di averlo perso, mi guardano malissimo, neanche avessi fatto chissà cosa. Impossibile averne un altro. In qualsiasi festival i programmi te li tirano addosso, li trovi finanche nei negozi e nei bar della città. Risolvo il problema fotocopiando quello di un’amica. Ma l’ultimo giorno che sono a Cannes, girando per gli stand, mi imbatto in una risma di quegli agognati depliant. Forse provenienti da qualche pacco avanzato? Per vendetta me li acchiappo tutti e li infilo nello zaino. Ora non so che farne. Raccolta differenziata, filtri o che altro? Ai posteri l’ardua sentenza!
A cura di Giampiero Raganelli
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