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cultura dell'immagine e della parola

Nascondiglio al Lido
Diario, 8 settembre

Un'ultima occhiata alla sala stampa della Mostra e via, si torna a Milano.Anche per quest’anno è fatta. Da pochi minuti si è conclusa l’ultima proiezione a cui ho potuto assistere e tra poco l’asse bicicletta – vaporetto – treno – metropolitana mi riporterà a Milano. Clamorosamente, dato che in generale negli ultimi anni non ho amato il cinema del nostro paese, ho chiuso con tre film italiani, traendone sorprendenti conclusioni. Mi piacerebbe che Nuovomondo di Crialese potesse vincere il Leone d’Oro. Quindi non succederà.

A caldo è stata una Mostra discreta pur senza troppe stelle, nè tra gli attori, nè tra i film. Ma per un commento più sensato preferisco aspettare la consegna dei premi, quando mi sarà passata questa sbornia da film. Vi assicuro che passare otto-dieci ore al giorno al cinema tende a bruciare cellule celebrali ben più di molte droghe leggere. Soprattutto se ti tocca guardare un folle come Lynch che come professione sulla carta d’identità ha scritto “celebral cells burner”, o dei nostalgici come Straub e Huillet il cui film, se vivi in un mondo reale, non può che far incazzare.

Ora non mi rimane che chiudere quest’ultimo articolo. Potrei farlo con un ulteriore commento su un film deludente, un panino scadente o una partita di calcio finita male, ma non mi sembra il caso. Lo concluderò quindi come si fa con ogni pezzo scritto da un giornalista serio (?). Con un punto.

All’anno prossimo.

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