Venezia: Giorno 4 – Gilliam e Zanussi
Un’altra giornata non esaltante quella appena trascorsa al Lido di Venezia. I due film in concorso, The brothers Grimm di Terry Gilliam e Persona non grata di Krzysztof Zanussi, per motivi diversi sono stati per lo meno deludenti.
The brothers Grimm, l’atteso ritorno alla regia dell’ex Monthy Python dopo sette anni di travagliata assenza dalle scene, non ha saputo rispondere alle alte aspettative del pubblico. Una confezione importante, che mostra luccicanti tutti gli ottanta milioni di dollari spesi per la produzione, ma una mancanza di contenuto che lascia stupiti già dai primi minuti di proiezione. Si sente che la sceneggiatura non è di Gilliam (la firma è di Ehren Kruger, solitamente avvezza al genere horror): il film tenta di essere un compendio dei film fantasy, ma non possiede l’epicità de Il signore degli anelli, l’ironia de L’armata delle tenebre e nemmeno il citazionismo fiabesco di Shrek. La presenza di Monica Bellucci serve solo ad aggiungere il nome della strega nel titolo italiano, mentre Matt Damon e Heath Ledger non verranno certo ricordati per questa pellicola. Quando di un film si citano la cura delle scenografie e l’accuratezza della fotografia, solitamente è come quando di una ragazza si dice che è simpatica. Per The brothers Grimm ci troviamo esattamente in questa situazione.
Il secondo film invece, Persona non grata, è probabilmente il più mediocre tra quelli visti finora al Lido. Per il suo ritorno a Venezia, Krzysztof Zanussi, Leone d’oro ventuno anni fa per L’anno del sole quieto, ha presentato il racconto di un ambasciatore polacco in Sudamerica che, dopo la morte della moglie, rimane invischiato in un caso di spionaggio. Persona non grata sembra però una fiction da prima serata autunnale di Rai Due, nei tempi, nei dialoghi e in certi casi anche negli attori. Una storia debole e banale, con un finale annunciato che per lo meno libera gli spettatori da una pellicola che ha trovato posto in Concorso più per il nome dell’autore che per i propri meriti.
Oggi in Concorso passeranno uno dei film favoriti per il Leone d’oro, [/
italic]Gabrielle di Patrice Chéreau, e Proof, dramma dal cast stellare di John Madden.
Prima di chiudere per oggi, vorrei fare un’annotazione su tre pellicole viste negli ultimi due giorni. Tre casi in cui i registi, dalla forte personalità, hanno deciso di realizzare un’opera che potesse prima di tutto autocompiacerli, mostrando essenzialmente tutto ciò che piace a loro. I tre risultati sono stati però totalmente diversi. Musikanten, di Franco Battiato, passato nella sezione Orizzonti, è un insieme di elucubrazioni pseudofilosofiche totalmente inconcludenti, che hanno provocato sonanti sghignazzi in sala. Takeshis’ di Kitano è un remix di tutta l’opera del regista giapponese, che si è risolta in un film sperimentale che ha decisamente diviso la critica. Elisabethtown di Cameron Crowe, passato fuori concorso, ha invece dimostrato come il regista californiano, pur essendo sempre fissato con il viaggio, la musica anni settanta e il rock come stile di vita, abbia saputo mettere queste sue passioni al servizio di una storia che gira perfettamente, una commedia leggera, ma gradevole e intrigante. Detto questo, spero che la Rai la prossima volta sappia investire i propri soldi in opere davvero valide e non in masturbazioni celebrali della coppia Battiato / Sgalambro, cui auguro invece una lunghissima carriera musicale.
I film in concorso
The brothers Grimm
di Terry Gilliam
*****
Persona non grata
di Krzysztof Zanussi
***
A cura di Alberto Brumana
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