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cultura dell'immagine e della parola

Regina Spektor, da videoclip a viralclip

C’era una volta un’industria discografica fiorente e dai conti in attivo. Era un tempo relativamente semplice. Si incideva un disco, si faceva un po’ di promozione dell’artista, si girava un videoclip e il gioco era fatto. Poi arrivò il demone internet, le vendite di cd scesero improvvisamente (-20% nel 2008) e l’industria accusò il colpo.

Con un certo ritardo, oggi quella stessa industria sembra rendersi conto che internet non è solo un demone da combattere, ma una realtà da cavalcare in qualche modo. Se ne è accorto pure il grande boss, John Kennedy, presidente dell’organizzazione mondiale delle case discografiche. “Nel 2009 [...] le case discografiche hanno cambiato totalmente il proprio approccio nel fare business – ha detto nel Digital Music Report uscito poche settimane fa – ridisegnando le proprie attività e rispondendo così alla drammatica trasformazione in atto nel modo in cui la musica è distribuita e consumata”. In fondo, se è vero che si vendono pochi cd, è anche vero che non si è mai consumata così tanta musica come oggi (+33% negli ultimi 5 anni), e questo basilarmente grazie alla rete.

In tutto ciò, che c’entra il videoclip? Come si diceva, il videoclip è stato un mezzo fondamentale della promozione musicale negli ultimi trent’anni. Che senso può avere invece oggi, all’interno di questa rivoluzione in atto? Anche in questo caso le etichette discografiche si sono mosse in ritardo. Inizialmente il videoclip in rete veniva visto come un qualcosa di poco accettabile, di assolutamente non scaricabile. Ancora oggi c’è chi rimuove i videoclip di alcuni artisti da YouTube, come se la promozione gratuita che potrebbe generare in realtà potesse limitare le vendite di un album. Nel frattempo, però, anche YouTube si è evoluto, la parola magica è diventata “condivisione”, e sono nati i social network. Finalmente qualcuno, anche nell’industria discografica, se n’è accorto. Parliamo di Regina Spektor e della campagna realizzata da Warner Music per il lancio del suo nuovo album, Far. Oltre a un lancio tradizionalmente televisivo (un videoclip e vari passaggi, da Dave Letterman e così via), l’entourage della cantante di origine russa ha puntato forte sul web. In collaborazione con Adria Petty (figlia di Tom e da anni regista dei video di Regina Spektor e non solo), su MySpace sono infatti usciti contemporaneamente quattro videoclip: quello del singolo televisivo (Laughing With), ma anche quelli di altre tre canzoni (Dance Anthem of the 80s, Man of a Thousand Faces, Eet), girati a budget inferiore ma non per questo meno interessanti. Sono stati poi invitati gli ascoltatori con una serie di contest a condividere su Facebook quei video, che infine sono stati inseriti in un’edizione speciale del cd. Risultato? I videoclip, o forse potremmo più correttamente chiamarli viral clip, sono tra i più visualizzati su MySpace e l’album è balzato al primo posto su I-Tunes in meno di un ventiquattr’ore. Merito di un album di innegabile qualità ma anche, dobbiamo ammetterlo, di una promozione per lo meno al passo con i tempi. Finalmente.

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