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cultura dell'immagine e della parola

Björk
I miss you

Artista: Björk
Canzone: I miss you
Disco: Post
Regista: John Kricfalusi
Anno: 1995

Tutto è lecito, quando il corpo si fa cartoon. Il contatto dell’amore e della morte può indugiare nell’iperbole e diventare lacerazione, smembramento, sesso, sadismo.
L’immagine bidimensionale raggira il tabù e lascia che le pulsioni si concretizzino in icone dove non si distingue l’umano dall’animale.
La violenza è danza di figurine surreali che si rincorrono nel tempo e nello spazio senza mai incontrarsi. L’unico contatto ammesso è la reciproca vessazione del corpo.

L’immaginazione è violenza che costringe l’altro ad assumere determinate sembianze, a incarnare un corpo che può essere distrutto e ricomposto a proprio piacimento.
L’immaginazione è violenza verso se stessi, obbligati, nella prigione del sogno, a disegnare un mondo sempre più perfetto che svilisce la realtà.

Nel gioco degli incontri possibili che non si avverano mai, rimane la constatazione che il sogno non si può compiere, che non colma la distanza, ma la accresce e ne costituisce addirittura l’essenza stessa. Si danza da soli e ci si crogiola nel sogno dell’altro: I miss you, but I haven’t met you yet.

Forse non ti voglio incontrare. Meglio crearti a mia immagine e somiglianza per poterti dissolvere, ricostruire e poi consumarmi nel sogno: il naufragar mi è dolce in questo doloroso mare.

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