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Albero genealogico letterario

Albero genealogico letterario

Silvia BallestraSenza vergognarsi della propria umile origine, della cultura popolare in cui si è cresciuti, delle superstizioni di cui si è stati vittima. Prende spunto da queste premesse l’ultimo lavoro di Silvia Ballestra, Tutto su mia nonna: una presentazione in prima persona del contesto culturale marchigiano, in cui l’autrice è cresciuta e ha sviluppato le sue abilità letterarie. In un flusso di ricordi personali e di fatti ascoltati più e più volte, Ballestra offre un vivido e ironico ritratto della sua famiglia. Una nonna dalla forte personalità, che si diverte a far litigare fra loro le quattro figlie, una mamma ansiosa e un padre dalla doppia personalità, come l’albergatore Norman Bates, del film Psycho di Hitchcock.
Le parole scorrono libere, seguendo le regole dell’oralità piuttosto che quelle della lingua scritta. Nel testo sovrabbondano le espressioni dialettali, i termini regionali e quelli più scurrili. La scrittrice sembra voler proporre una registrazione di un suo monologo, in cui spiega il motivo per cui sceglie di scrivere in una determinata maniera. Ossessionata dall’idea di dover comporre un romanzo, per non trasgredire i termini del contratto firmato con la casa editrice, immagina di rispondere alle critiche di uno dei suoi lettori, di nome Sabrino Pirandello, di cui si chiarisce immediatamente il ruolo: «Lei è un passante a cui io, in un punto ben preciso e studiato del mio ultimo libro ho dato, e in fondo gratuitamente, perché lei qui non paga niente e non mi deve niente, questa forma di benevola ospitalità».
Le pagine che riportano questi dialoghi immaginari tra autrice e lettore sono degne di una relazione da seduta di psicoanalisi. Sostenuta da una rara capacità di ironica autocritica, Ballestra mette in bocca a Pirandello tutte le critiche che teme di ricevere, e si premura di fornire giustificazioni a tutte le scelte stilistiche adottate. In questo percorso di autocomprensione, l’autrice giunge a scoprire le cause del suo stile, offrendo al lettore spunti di riflessione sull’importanza dell’ambiente culturale in cui ci si forma.
I paesi di Grottammare e San Benedetto, nelle Marche, sono lo sfondo su cui si animano i ricordi dell’autrice. I luoghi della sua infanzia sono presentati con nostalgia, e lasciano capire la difficoltà vissuta al momento del trasferimento a Milano. Nel libro si intuisce una velata polemica nei confronti del Nord, accusato di catalizzare l’attenzione su di sé, costringendo all’oblio il resto dell’Italia. «Ma allora vorrei dire una volta per tutte ai miei amici milanesi, smettetela di usare il verbo “stortare”- che non esiste nei vocabolari- con quell’aria povera da precisini […] Ma come, non lo sapevate? E non vi è nemmeno passato per la testa di andare a consultare un dizionario, vero?».
Il lavoro di Ballestra vuole conferire dignità alle culture “minori”, semplici, popolari. Tutte queste caratteristiche si incarnano perfettamente nella figura di nonna Fernanda, sintesi del pensiero popolare. In occasione del funerale della nonna, la scrittrice rievoca questa figura che ha avuto un ruolo decisivo nella sua formazione. Commoventi descrizioni, presentate con la semplicità di un diario adolescenziale, immagini vive di spezzoni di vita quotidiana. Ed è proprio nella banalità del quotidiano, nei gesti semplici corrosi dall’abitudine, che Silvia Ballestra trova il motivo di tanta nostalgia. In quest’opera, viene esaltata l’umiltà delle cose banali, senza preoccuparsi delle regole di “buona scrittura”, che prescrivono la novità come elemento fondamentale per la riuscita di un buon romanzo.
Contenuti scontati abbinati a uno stile vivace e paraletterario, compongono un mix che non lascia indifferente il lettore, costretto a osservare con occhi nuovi il proprio habitat e a trovarvi tutto ciò che lo rende unico e caratteristico.

Silvia Ballestra è nata nel 1969 a Porto San Giorgio (Ascoli Piceno). Il suo primo libro è Compleanno dell’iguana (1991), seguito da La guerra degli Antò (1992). Nel 1994 è uscita la raccolta di racconti Gli orsi e il libro Joyce L. Una vita contro. Tra il 1998 e il 2002 ha presentato la “trilogia di Nina”: La giovinezza della signorina N.N., Nina, Il compagno di mezzanotte. La seconda raccolta di racconti Senza gli orsi è uscita nel 2003.

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