Anton Corbijn, il creatore di storie
Episodi e voci. L’universo sensoriale ha nel regista la soluzione definitiva.
Come una sinestesia in movimento, la creazione delle sue storie micro/macro assomigliano a quelle vite che di passaggio vengono ascoltate in tram o nella coppia del tavolo vicino. Un ristorante di toni, di immagini, di persuasione.
Il riconoscimento della sua voce passa attraverso le foto e, salpando con i Depeche Mode, egli sa piroettare attraverso cortometraggi che esprimono solo la voce del cantante (nel caso dei citati Metallica – Mama Said) o narrano una storia solida e indefinibile (come l’ultimo lavoro dei Coldplay – Talk – 2005).
Il nostro è stato un cammino tra corridoi di musei virtuali: seguendo i segni di un guanto rubato (come per Brian de Palma – A dress to kill – 1975), anche noi abbiamo voluto, a passi deboli e cauti, carpire la magia che accompagna il regista.
La sua presenza è incredibile: per mezzo di percorsi, tra scatti e movenze schizofreniche, abbiamo discusso di una storia, di un movimento, di un viaggio nella musica gentile e galante.
E per questa infante raccolta sensoriale che abbiamo creato per lui, non possiamo fare altro che stendere le proprie braccia e farci accompagnare insonni nel suo magico mondo di ineffabili storie.
A cura di
videoclip ::