I sensi di Michel Gondry
Michel Gondry ci ha abituato bene, così bene che ora siamo quasi annoiati dai suoi deliri sognanti.
È un po’ ripetitivo – dice il consumatore di videoclip.
Per fortuna – diciamo noi.
Il suo delirio è coperto da oggetti ammucchiati davanti, pronti a combattere la replicazione del loro scopo d’uso, abituati dalla nascita a una destinazione utilizzata in maniera ripetitiva.
L’oggetto è simbolo dell’Abitudine e della Memoria. Gli oggetti come slancio alla partecipazione.
Gondry usa questi oggetti in maniera compulsiva e fobica, come le scale (scopo d’uso: salire ad un piano superiore) che ritornano continuamente (Come into my world – Kylie Minogue) e non hanno più il loro senso o come batterie e bassi (scopo d’uso: strumento musicale) impilati (The hardest button to button – ) che, come in un trasloco, danno vita a una danza musicale simile a un rosario di preghiere continue, scaricate dalla bocca senza più significato.
Gli oggetti hanno perso il loro significato, e quindi il loro senso.
Mix di oggetti composti e ricomposti, oggetti che perdono la loro anima mostrandosi nella loro realtà di non-oggetti, perché sospinti dall’emozione, da un nuovo senso che in loro viene creato (e spesso come umanizzato).
Sono sospinti, invero, da quello che dimostrano di ricordare.
Sono immagini, sono creatori di sensorialità.
I sensi, deviati/cuciti/uccisi/rimediati, sono un simbolo della rappresentazione per Gondry. Il modo d’uso degli oggetti che fanno a gara. Per essere ricordati in un altro senso.
Il regista, che spaventa i nostri occhi con incubi ricorrenti di ataviche fobie, richiama in tutto questo la nostra incapacità di usare ordinatamente le “competenze” del senso.
Diversamente dai nostri, i suoi sensi sono indipendenti e non incastonati tra loro, e sono specializzati nell’inquadrare una sola parte del tutto e a competere individualmente in un universo dettato non da cinque ma da un solo egocentrico senso.
Come nel video di Bjork Army of me dove gli oggetti rimandano alla bocca (il camion che usa come benzina dei denti), o come il suono di strumenti musicali come metafora sonora di un paesaggio (Star guitar – The Chemical Brothers).
Una chiave di lettura che ha un senso diverso dal concepibile e che per queste ragioni diventa non-senso semplicemente per il suo fantastico e giocoso (quindi in opposizione al “normale”) uso nel video.[img4]
Per questo motivo, forse solo speculativo, forse senza un ordine razionale, abbiamo creduto di unire alcuni dei video del regista, cercando di trovare una chiave di lettura diversa dalla compulsione maniacale che il regista ci ha instancabilmente abituato a provare.
Ecco la playlist Gondry, andate fino il fondo, muniti di video. Quando sbatterete il muso contro il Sesto Senso, quello divinatorio che indica la vostra cameretta d’infanzia, e inizierete a parlare con i vostri vecchi orsacchiotti, per favore spediteci un vostro messaggio lacrimoso, saremo felici di pubblicarlo qua sotto.
Playlist
Tatto – Walkie Talkie Man
Vista – Fell in love with a girl
Udito – Star guitar
Udito – Army of me
Olfatto – Knives out
Divinazione – ?
A cura di
videoclip ::