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cultura dell'immagine e della parola

Super Elastic Bubble Plastic – My emotional friend

Artista: Super Elastic Bubble Plastic
Brano: My emotional friend
Album: The Swindler
Regia: Marco Pavone
Anno: 2005

È una corsa per la vita che non lascia tempo e spazio alla costruzione del testo musicale: un ritornello, o meglio una linea melodica cantata, e il tema musicale, che fa avanzare le sue chitarre come battaglioni di aggressività. Una velocissima direzione in avanti dallo sparo del cacciatore-morte, che lascia andare libero un potente ritmo in discesa, uno scivolone lungo la neve, mai sporca di sangue.

I protagonisti sono antropomorfi e animaleschi allo stesso tempo: l’uomo è un diavolo, che si mescola con un coniglio bianco, animale sacrificale. Una preda umanoide, un bianconiglio trasformato in animale parlante, un morbido pelouche dagli occhi di sangue.

My emotional friend è una storia di non-amore in un luogo quasi favolistico, sopra (e sotto, alla fine) la bianca neve montana. Un coniglio bianco moderno che impara a difendersi con le stesse armi del suo aggressore: rabbia, ancora rabbia.

E il disegno la porta addosso questa rabbia, nel tratto quasi casuale, nella inevitabilità semplice delle sue linee, grezze nel campo medio, e così acquose e sensibili nei dettagli degli occhi. Proprio loro, dal mirino del fucile agli occhi della morte e dell’odio, invitano a osservare, forse a guardarsi alle spalle per sfuggire al demoniaco coniglietto. Sfuggire da se stessi? Perché cacciatore e cacciato sono uno la nemesi dell’altro, amici, uguali nell’intimo, e per questo inetti all’amore reciproco. A ruota spiegano all’altro: “I cannot love you”.

È la vita, in fondo, divertente da morire.

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