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cultura dell'immagine e della parola

Cornelius – Drop

Artista: Cornelius
Brano: Drop
Album: Point
Regista: Koichi Tsujikawa
Anno: 2002

L’acqua è la protagonista assoluta di Drop, ridefinita in una naturale associazione di immagine/suono. Il regista non frena la capacità sonora di Cornelius, che intraprende la figura della goccia come spirito primitivo della struttura canzone, anzi, la evidenzia, trasformandosi in una presenza costante.
Se nella canzone, i vuoti/pieni della goccia assimilano la forza di Drop, nella trasposizione visuale è un bambino che gioca con gli elementi di un bagno e danza con le note dell’acqua.

Si assiste al vuoto del suono (melodia? rumore?) sottile della goccia che lenta scende nel bagno/Universo del bambino, e al pieno dell’altro suono, la canzone Drop, che riempie l’idea di videoclip, ma la svuota del suo fine: la capacità di promuovere la canzone.
Il video induce allo stacco continuo della soggettiva bambino e si direziona in quella dell’acqua, per poi svuotarsi nuovamente nel luna park delle eterne gocce del rubinetto.

Si assiste alla realtà di un video che non cerca di primeggiare come promozione musicale, ma si dispera nel sincretismo sonoro/immaginifico: ha più valore assistere ad una promozione totale dell’artista e della sua Arte, in questo caso Cornelius, che riesce a trovare nel naturale ordine delle cose e della Natura un semplice mondo di ricreare il ritmo.

Sia per tutti questi motivi, per una soggettiva esplicita che non dà conto di un pubblico che ascolta, ma di un fruitore omniscente e capace di comprendere un prodotto che dà voce al suono; sia per l’idea di prodotto-canzone, Drop (che fa parte di Point) non può essere considerata propriamente un singolo, ma parte di un processo artistico, che incomincia da una goccia, e arriva a proporsi come immagine del suono che veicola.
E di percezione si tratta, riempita dal calore di un bambino che immerge la testa nell’acqua, che frattura il testo/canzone, e la iscrive in un ambito di sensi a noi non percepibile.

Dove si trova l’uomo che guarda?
Si rintraccia sotto il lavandino, tra le increspature dell’acqua, distorte dal suono della stessa, o si ritrova davanti allo specchio, guardandosi con gli occhi del bambino, che sveglio e di prima mattina non esita a ritrovare una sua dimensione, come noi, uomini che guardiamo, e siamo attratti dal gentile suono naturale di Cornelius, pienamente artificiale nella sua dimensione atavica e ricostruttrice di elementi naturali.

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