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cultura dell'immagine e della parola

Be there – U.N.K.L.E.

Artista: U.N.K.L.E. feat. Ian Brown
Brano: Be There
Album: Psyence fiction
Regista: Jake Scott
Anno: 1999


Solo nel momento in cui la scritta U.N.K.L.E. sfuma dal video, si prova una cocente invidia per il lavoro di Jake Scott. Non un corto, non un film consumista, nessun vezzo promozionale.
Qualcosa di totalmente diverso.
È la fine del millennio. Facile citare Street spirit dei Radiohead e l’inquietudine di Karma police.
Johnathan Glazer imperversava con il suo stile.
Eppure in Be there dominava qualcosa di completamente diverso: una sensazione di mortalità che solo col tempo è stata rivalutata. Il regista Jake Scott, che sembra ma non è uno pseudonimo del Glazer oggi conosciuto, ha saputo lasciare nel suo lavoro un totale senso di nervosismo e tensione che ti abbaglia. Abituato a una certa inquietudine metropolitana, delineata nel celeberrimo Everybody hurts dei R.E.M., o dalla stessa solitudine del monotono supermarket di Fake plastic Trees dei Radiohead, in Be there viene analizzato uno dei must della cultura cittadina: la metropolitana e lo storico movimento a intermittenza che descrive New York e il suo sottobosco nascosto. Il buio che si insinua tra le rotaie è nello sguardo della protagonista intrappolata nel vagone, è in quella totalità che sverna nella contrapposta figura di un silenzio, il clochard, nudo nella sua inesistenza, e quindi duro e inanimato. Il pensiero costante dell’uomo che guarda è di una incosciente caduta nell’abisso, dove la scarpetta lucida di lei si confonde nello sporco dei capelli bianchi dell’altro. Ma la piattaforma è una sola, la stessa posizione, la stessa luce.
Ciò che non strozza, è commestibile.
Quello che rimane, è la verità.
La verità di Jake Scott è una sola, forse: siamo blocchi intercambiabili, figurine scollate da leccare e riattaccare. La solitudine che unisce i due corpi ha la forza di creare una sola solitudine, che è quella univoca e sola: la razza umana.
Per questo Jake Scott rimane solo e unico: la sua bravura nel ricreare vuoti (concettualmente impossibile) è spaventosamente possibile, come un sogno che si svela premonitore, o come Jean Summers, telecineta degli Xmen, che può bloccare il mondo alla ricerca di in un silenzio protettivo.
Tutto è incomprensibile, anche se si è fermato.

Curiosità: U.N.K.L.E. e Ian Brown hanno lavorato insieme per un altro singolo, Reign. Il video è di prossima uscita.

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