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cultura dell'immagine e della parola

Butterfly caught – Massive Attack

Artista: Massive Attack
Brano: Butterfly caught
Album: 100th window
Regista: Daniel Levi
Anno: 2003

Uomo vs. animale. Round 1.
Daniel Levi disegna la trasformazione.
Il baco si incastra tra le luci di un neon. L’uomo lo guarda. Entrambi sbattono le proprie ali. Il baco s’inganna di una luce che non è vita, ma solo finzione, impazzendo. L’uomo s’inganna di rientrare nel paradiso della Natura che il suo universo cosmopolita ha cancellato.

Round 2
Il secondo round prevede l’incontro. È solo scontro?
È pura trasformazione.
La farfalla, ormai trasformata, entra simbiotica nella pelle dell’altrui uomo che dispensa energia, sangue e coscienza. La Natura si inserisce nelle pieghe delle rughe, nella schiena, confrontandosi con la mente umana. È giusto trasformare un uomo in un’immagine che è formalmente un piccolo essere dotato di cuore e polmoni, reni e fegato? Lasciare la forma ma cambiare l’interno. L’animale crea un rene finto per placare il conscio, lascerà intatta la visione allo specchio e creerà due braccia inutilizzate al posto di ali. Ma dell’uomo non esiste più niente, solo l’involucro di comodità. Come immaginare una piccola intelligenza confusa, in cerca di una nuova coscienza di sé, che cerca solo di entrare in un nuovo ambiente e si muta, cercando di essere nel modo più umano possibile (così riconducibile alla saga di Swamp thing di Alan Moore).

Round 3, Round 4
Per il regista, il terzo e quarto round saranno solo indicazioni della corretta posizione delle possibilità date allo scontro: la vecchia farfalla lascia la luce e vola via dal settantesimo piano. La nuova farfalla non è umana, ma ne detiene la coscienza.

ARound the videoclip
L’incontro è cambiamento, ma niente unisce, niente rovina. Trasforma. Solo gli occhi non ingannano. I suoi occhi opachi non creano più luce, ma solo indifferenza all’immortalità, a causa della loro finale e arguta voglia di luce = forza. Da ora in poi “il trasformato” è animale per il suo bisogno quotidiano. In quel corpo non c’è spazio per il suo passato, né per quello che sarà il suo futuro.

Il regista
[img4]Daniel Levi regala agli occhi un senso di inappropriata distanza, di freddo congelamento, e la distanza è accentuata dalla prigione che si instaura tra gli unici due corpi vivi: intorno, una finestra che non inquadra nessuna posizione. Intorno nessun uomo che ha la possibilità di rendere questo spazio mortale. Perché l’uomo, qui, non esiste.
Daniel Levi ha collaborato per alcuni dei più importanti musicisti del momento. Tra i tanti si ricorda l’ultimo videoclip degli Interpol Slow hands, e il nuovo singolo dei Prodigy Hot ride. Anche se nei suoi lavori permane un senso di già visto (per esempio, Freak degi LFO), è interessante fare attenzione al suo lavoro futuro.

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