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cultura dell'immagine e della parola

What are you waiting for? – Gwen Stefani

Artista: Gwen Stefani
Brano: What are you waiting for?
Album: Love.Angel.Music.Baby
Uscita: 2004
Regista: Francis Lawrence

Attraverso lo specchio, Gwen non ci guarda mai. Anzi chiude subito gli occhi.
(I musi gialli fanno paura).
Attraverso lo specchio, Gwen si addormenta e attende il termine della sua attesa.
(È sonno, o è fuga?)
Insieme a Francis Lawrence decide, invece, di spartirsi lunghi spazi di MTV e di giocare sui soldi della loro musica, ma anche sul vuoto del loro modo di intendere la parola Immagine. L’unico modo? Perché non ricoprire il bianco della pagina vuota di scintilli e di eterogenei brilli?

Riescono a dare colore al colore, e a riproporre Alice in un sotterraneo mondo contemporaneo, fatto di scarpe Galliano, fantasie Versace, movimenti Dolce&Gabbana. In ogni passo, in ogni sorriso, emerge la voglia di sentirsi (provare su sé stessi il) nel naturale modo di alzarsi dal letto truccati, il bisogno di sentirsi minimale da (minimale, in una idea nera) un’idea nera (e facile) di Calvin Klein. L’orologio, così puntuale, richiama la perfezione della calza e del pianto della protagonista (digitalizzato!) che gioca con il feticcio fenicottero LaChapelleiano (quando mai il rosa non è stato il simbolo della moda che osa!), dimostrando di inserire (e anche bene) ogni riferimento a Carrol, e rimettendo a nuovo ordine ogni simbolo aliciano: la casetta in versione fetish è un vestito ideale (come non poterlo vedere in una collezione autunnale di Dior), il fenicottero come citazione della citazione (consiglio le prime foto di LaChapelle), il tempo perduto (esagero nel rivedere l’estrema sincronia temporale proustiana?), il bosco, il bruco… e così via.

Eppure io mi sento un piccolo bambino che ascolta la fiaba con gli occhi colmi di stupore davanti a tanta marcata evidenza e perfezione di ingranaggi. E mi sento così artisticamente nel mio tempo, nel mio sguardo da contemporaneo, che, nel momento, so che quel modo di vedere, di concepire, di fotografare, è del momento.
E, come una foto di Pierre et Gilles, senti che quell’esatto momento (ma non quello dell’ostacolo del cavallo di De Carlo, sia chiaro) sgretola via, senza possibilità di polvere, ma solo di finita e cartacea gloria.
E i musi gialli si mettono a ridere… Stefani, Stefani, where are you Stefani?

Il regista
Francis Lawrence è uno dei videomakers più interessanti e prolifici del panorama contemporaneo, già apprezzato in Jaded degli Aerosmith, è ora al lavoro sul set di Constantine in uscita in USA nel 2005.

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