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Lettere dall’adolescenza

Lettere dall’adolescenza

Vicende epistolari
164 lettere. Un destinatario dai mille nomi. Un mittente con i suoi sogni, le sue speranze, un’adolescenza da superare. Pietro Baldi ha tredici anni in una Milano di periferia e due genitori che litigano in ogni istante. Ha una sorella più piccola, una “mocciosa”, e degli strani zii, “i Nespola”, che lo controllano ovunque e non si capisce di chi siano parenti. Lo sfondo di una giovinezza che sembra non andare proprio nel verso giusto, o almeno non dove le gioie porterebbero a vivere una felice esistenza, è descritto nelle lettere senza risposta che il protagonista scrive a quello che diventa il suo irrinunciabile desiderio di sfogarsi, Marianna. Allora Pietro scrive e lascia nascosti i propri pensieri nel “solito posto” per quella ragazza che riempie lo spazio dei suoi sogni e sviluppa desideri che di sesso hanno solo il sentito dire.

Sentirsi bambino a Milano
L’autore Paolo Di Stefano, che come giornalista vive la città e le sue cronache, con la sua scrittura semplice e ben adattata al personaggio, ci immerge nelle idee e le solitudini di un bambino troppo cresciuto, di uno che la matematica la studia da solo e di Telemaco conosce anche i sentimenti, non solo la storia, inserendosi in quel filone della letteratura italiana contemporanea fatta di storie vere e crudeltà, di cui Io non ho paura ha aperto le porte in Italia. Ci fa sorridere e a volte preoccupare per la cattiveria che le sue parole raccontano. È la debolezza della famiglia contemporanea a farci riflettere, le dure responsabilità che i figli devono assumersi per continuare a credere e sperare in mamma e papà, in quella felicità che i grandi stanno sgretolando senza dare spiegazioni.

I grandi Perché
Perché il papà non torna? Perché mamma è così nervosa? Domande a cui nessuno risponde e che si infarciscono di strani complotti, l’intrusione sempre più ingombrante dei Nespola, gli strani omicidi per usura per cui questi vecchi si preoccupano tanto. La fantasia e la realtà si mescolano: nascono inseguimenti, minacce origliate dalla stanza da letto, incomprensibili gite in Svizzera. Ma è la mente di un tredicenne a creare gli intrighi o la realtà ad annodare l’esistenza? È la scuola amara di una vita che non modera i termini ma affoga negli interrogativi che non troveranno soluzione e nelle paure che la fantasia alimenta. Meglio entrare in classe allora e risolvere le equazioni, aspettare la ricreazione per vedere se oggi M. lo guarda e gli sorride o se “Blerina”, compagna di banco, gli fa toccare le tette. Aiutami tu è un libro che non lascia il tempo di bere un bicchiere d’acqua perché i pensieri sono veloci e ogni istante cambia l’umore e il destino. Sono pagine da leggere d’un fiato, con la consapevolezza che gli adulti hanno della vita ma anche con la voglia d’essere bambini. Dei bambini felici, “normali”. Quanto sopra si riferisce per dovere d’ufficio, consigliando la lettura delle lettere.

L’autore
Paolo Di Stefano lavora come inviato per il “Corriere della Sera”. Ha pubblicato i romanzi Baci da non ripetere (1994, Premio Comisso), Azzurro, troppo azzurro (1996) e Tutti contenti (2003, Superpremio Vittorini). Ha scritto anche saggi sulla famiglia e l’adolescenza (La famiglia in bilico. Un reportage italiano, 2001; Io vorrei: desideri e passioni di adolescenti di ogni età, 2004).

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