Bravo ma Basta Film Festival
La conclusione
Con un fitto lancio di pomodori sugli organizzatori si è conclusa sabato 14 maggio a Milano la prima edizione del Bravo Ma Basta film Festival. Il giudizio del Pomodoro tornerà l’anno prossimo, salvo ripensamenti o banca rotta, e ora sono in molti a tirare un sospiro di sollievo per l’operazione portata a termine senza intoppi.
La 2 giorni milanese ha visto succedersi sullo schermo, allestito all’ARCI Matatu di Milano, i lavori di più di 30 giovani film makers, accomunati dalla passione per il genere trash e dalla cronica ma perseguita scarsità di risorse. Madrina della serata conclusiva la grande Zora Kerowa (Antropophagus, Cannibal Ferox), che ha presentato il suo quasi inedito La Catena, primo giallo non censurato dal regime cecoslovacco, e ha assegnato un premio col suo nome.
Con lei in giuria Antonio Rezza, Luigi Sardiello, Fabio Zanello, Elisa Grando e Sergio Ferrentino hanno premiato con una splendida Bambola di plastica verniciata d’oro il cortometraggio Katò, di Carlo Strata e Tommaso Volpi. Arti marziali ed effetti speciali artigianali hanno preceduto in graduatoria Arte e Finzioni, di Alberto di Cintio e Fabio Bianchini, impostato duetto attoriale, premio Antonio Rezza e Amore fa rima Con di Leonardo Settimelli, serie da gag umoristiche sulle facezie di coppia.
Ma i veri vincitori sono stati scelti dal pubblico con l’atteso Giudizio del Pomodoro: i registi più temerari, vestiti di tuta bianca e casco protettivo hanno sfidato il pubblico, chiamato ad esprimere il proprio gradimento con una quantità proporzionale di ortaggi. La spuntano i Maledetti di Malloni, Riginelli e Palmieri, arrivati da Roma insieme a numerosi fan e vincitori anche del premio Kerowa. Il loro film, che mette in scena una strage di dittatori, con intervento divino finale, ha convinto l’attrice che ancora ricorda la gioventu a Praga sotto il pesante controllo del Regime.
Tra Horror, Zombie, cartoni animati, fantascienza (Shado, dell’unica donna in concorso, menzione speciale degli organizzatori), videoclip musicali girati in vacanza e tanta passione, si fa la fila per comprare le magliette ufficali. Insomma, un’iniziativa che mancava e che ora c’è, e per il momento può bastare.
A cura di Lorenzo Lipparini
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