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19sima Settimana Internazionale della Critica

“Scegliere è sempre appropriarsi di qualcosa ma anche separarsi, lasciar andare, abbandonare. L’entusiasmo del possesso è legato come per ogni tipo di scelta alla malinconia per ciò che si perde, ciò vale a maggior ragione per i film.
La curiosità, la voglia di scoprire, l’amore per il nuovo non fine a se stesso ma per gli stimoli che comporta e per la fertilità che offre sono stati comunque le guide di questa selezione. I film ci portano in mondi lontani, spesso sconosciuti; le opere prime in particolare svelano universi segreti, impensabili e proprio per questo più stimolanti.
I nove film della SIC, senza avere la pretesa di coprire esaurientemente tutti gli spazi geografici e culturali, nè tanto meno le infinite possibilità offerte dai diversi linguaggi cinematografici, rappresentano ai nostri occhi un possibile repertorio originale, anche se ovviamente parziale, degli autori di domani. Infatti rimane come costante della SIC la scommessa di presentare all’interno della cornice veneziana nuovi talenti capaci di ipotizzare e realizzare con coerenza opere cinematografiche originali e sorprendenti.”

(andrea martini)

La commissione di selezione è così composta: Andrea Martini (delegato generale) Francesco Di Pace, Michele Gottardi, Anton Giulio Mancino, Roberto Nepoti.


I film della 19. Settimana Internazionale della Critica:

Film d’apertura. Opera Seconda.
P.S. I Love You (P.S. Ti amo) di Dylan Kidd, USA, 2004.
Dylan Kidd, abbandonando solo apparentemente il fertile cinismo della sua opera prima Roger Dodger, realizza una deliziosa favola romantica dove la protagonista, una quarantenne newyorkese, insegue una personale ossessione nascosta nelle sembianze di un giovane studente.

Koi no mon
(Otakus innamorato) di Matsuo Suzuki, Giappone, 2004.
Esercizio stilistico accattivante e misterioso come sono spesso ai nostri occhi gli elementi della cultura manga, mette in scena l’ascesa di due giovani artisti, dietro cui si cela una malinconica ma lucida analisi sociologica dell’universo giovanile e del suo immaginario collettivo giapponese.

Le grand voyage (Il grande viaggio) di Ismaël Ferroukhi, Marocco- Francia, 2004.
Un road movie da Marsiglia alla Mecca è l’occasione per un confronto aspro ma sincero tra un anziano padre, fermamente legato alle tradizioni religiose, e un giovane beur apparentemente insensibile al richiamo delle proprie radici.

Les liens
(Legami) di Aymeric Mesa-Juan, Francia, 2004.
Un triangolo amoroso nella profonda provincia francese raccontato con alto rigore stilistico si trasforma in un dramma inatteso in cui la protagonista compie un gesto di disperazione estremo che richiama i toni e le ragioni della tragedia greca.

Sakenine sarzamine sokoot (Dalla terra del silenzio) di Saman Salur, Iran 2004.
Poetico e toccante film sulla situazione paradossale dell’Iran, privato del suo bene primario, il petrolio, attraverso gli occhi di due fratellini. Film simbolo della capacità del cinema iraniano di rinnovarsi, sviluppando e affrontando in una chiave nuova gli insegnamenti di Kiarostami, Naderi e Makhmalbaf.

Una de dos
(Une delle due) di Alejo Hernán Taube, Argentina, 2004.
Nei drammatici mesi del 2001 segnati da una profonda crisi economica, un giovane argentino lotta con ostinazione per sfuggire a qualsiasi costo alla rassegnazione cui sembrano soggiacere tutti i suoi coetanei. Un affresco segnato da un realismo acuto e personale.

Uninhibited
(Disinibiti) di Chen Leste, Taiwan, 2004.
Struggente affresco delle ultime generazioni dei giovani di Taiwan: quattro ragazzi tra i 18 e i 20 anni affrontano il passaggio all’età adulta tra esperienze quotidiane banali ma anche estreme. Senza prospettive per il futuro il vagabondaggio per le strade può essere l’anticamera per l’inferno.

Ve lakachta lecha isha (Prendere moglie) di Ronit e Shlomi Elkabetz, Israele, 2004. Dramma da camera dalle eco cassavetiane mette in scena un duro conflitto familiare dove una moglie cerca incessantemente di sfuggire, pur senza osare ribellarsi, all’autorità blanda ma implacabile del marito tradizionalista.

Film di chiusura. Opera seconda.
Butterfly
(Farfalla) di Yan Yan Mak, Hong Kong, 2004.
Un delicato e sensuale melodramma, di grande qualità cinematografica, ambientato nella Hong Kong contemporanea mette a nudo pregiudizi sull’omosessualità femminile attraverso una storia d’amore appassionata che lega il quotidiano odierno a quello dei cruciali anni Ottanta. Una straordinaria conferma delle qualità già mostrate nel suo film d’esordio Ge ge.

Oltre a questi nove film la 19. SIC presenterà, riprendendo la tradizione iniziata lo scorso anno, un ottavo film con l’intento di proporre alla platea veneziana un’opera prima particolare, difforme per ragioni diverse (generazionali, produttive etc.) dalle altre ma assolutamente meritevole di comparire, a giudizio della commissione, nel programma.
Il titolo di questo film sarà reso noto in un secondo momento.

I sette film presentati in competizione concorrono a due nuovi premi che a partire da quest’anno accompagneranno il cammino della 19. Settimana Internazionale della Critica.

1. Premio del Pubblico – Gan Assicurazioni

I sette film verranno sottoposti al giudizio del pubblico, che all’uscita della sala avrà l’opportunità di indicare il proprio gradimento in un’apposita scheda. Il premio intende dare la possibilità di esprimersi al numeroso pubblico di Venezia con un’opinione diretta e pertanto più preziosa. Il risultato finale delle votazioni sarà annunciato in concomitanza con la sua assegnazione a fine Mostra.
Il premio offerto dalla Gan Assicurazioni consiste in 3.000 euro.

2. Premio della Gioventù – TV5

I sette film saranno sottoposti al giudizio di una giuria composta di giovani veneziani e francesi appositamente selezionati che sceglierà la Migliore Opera. Il premio è offerto dal canale satellitare internazionale TV5.

3. Tutte le opere prime selezionate concorrono inoltre, insieme a tutte le altre opere prime presentate dalla Mostra, al Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” di 100.000 euro, messi a disposizione da Filmauro. Al regista andranno inoltre 20.000 metri di pellicola offerti da Kodak.

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