La Palma d’oro a Moore
“Ma cosa avete fatto?”.
“Avete fatto tutto questo per mettermi nei guai – ha detto emozionato Moore – Abbiamo avuto non poche difficoltà”.
“Avete dato una nuova luce a questo film – ha proseguito Moore – le persone vogliono la verità ma ci sono altre persone che vogliono nascondere la verità. Avete fatto uscire la verità dall’ombra. Un grande presidente repubblicano americano una volta disse che se si dice la verità alla gente, la libertà sarà salva. Quel presidente era Abraham Lincoln, un altro tipo di presidente”.
E continua: “Ieri ero in America per consegnare dei diplomi nella scuola di mia figlia, ho ricevuto una chiamata in cui ci si diceva di tornare a Cannes senza dirci perché. Per questo motivo vorrei dedicare la Palma d’oro a mia figlia, ai ragazzi in America e in Iraq e a tutti quelli che soffrono per le azioni degli Stati Uniti”.
Segue un auspicio: “Ho la speranza che le cose inizieranno a cambiare, ci sono milioni di americani che la pensano come me. Spero che questo premio possa dare nuova speranza al mondo. Spero che coloro che hanno perso la vita in Iraq almeno non siano morti invano”.
“All’inizio delle riprese abbiamo perso il distributore americano ma ora abbiamo un distributore anche in Albania. In questi giorni i produttori Bob e Harvey Weinstein stanno trattando molto seriamente con la Disney, tutti si comportano in modo adulto e confido in una soluzione positiva. In palcoscenico ho dimenticato di ringraziare gli attori, il presidente Bush per primo, che dovrebbe avere un premio speciale per il miglior ruolo comico, ma la scena d’amore tra il vicepresidente Cheney e il ministro Rumsfeld mi dà ancora i brividi. Non so se il presidente saprà di questo premio e di che cosa si tratti”.
Sulla dedica a sua figlia, appena laureata con una tesi sulla storia della donna, ha spiegato: “Io e mia moglie abbiamo potuto studiare solo fino agli esami di maturità – ha spiegato il regista – e siamo quindi particolarmente orgogliosi per nostra figlia, ma anche perché pensiamo che sempre di più ai ragazzi deve esser data la possibilità di studiare, sapere, capire”.
“Voglio che si sappia bene – ha aggiunto Moore rivolgendosi in particolare alle tv americane che lo riprendevano – che questa non è una Palma d’Oro francese data dai francesi o dai cattivi europei contro i buoni americani. E’ il premio del più grande festival del mondo dato da una giuria in cui quattro membri su nove hanno la mia stessa nazionalità, applaudito da tantissimi americani presenti alle varie proiezioni. Ed è comunque ora di finirla con le falsità sull’atteggiamento dei francesi”.
Per sottolineare che non è stata la politica a vincere al festival Moore ha raccontato: “Sul palcoscenico Quentin Tarantino mi ha sussurrato all’orecchio che la politica non aveva avuto nulla a che fare con la decisione della giuria. Tra noi c’erano opinioni politiche anche molto diverse, mi ha detto, e abbiamo voluto premiare prima di tutto un grande film. Te lo dico da regista a regista e con me sono d’accordo tutti gli altri”.
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