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cultura dell'immagine e della parola

Infinity festival

Ancora una volta, prendendo le mosse da un’interpretazione estesa dell’espressione «ricerca spirituale», lavoreremo sul più ampio numero di materiali possibile, cercando, senza pregiudizi, il cinema dovunque esso si trovi, sia esso nella fiction o nel documentario, sia in intime opere di spiccata ricerca formale sia in un cinema pensato per un pubblico più ampio.

Selezione Ufficiale

È composta da un Programma Principale a carattere competitivo e da un Fuori concorso: film inediti in Italia che interrogano la condizione umana, rivelando la forma e l’animo del mondo. I premi assegnati dalla Giuria della ‘Selezione Ufficiale’ sono:
-”Albacinema al Miglior Film” – 10.000 euro;
-”Albacinema alla Regia” – 5.000 euro;

Cinema, uno sguardo nuovo

È una sezione collaterale a carattere competitivo, costituita da documentari in cui il cinema, abbandonando il suo statuto d’arte industriale, interagisce con le varie sfaccettature dell’esistenza umana, chiamando direttamente in causa l’osservatore. I premi assegnati dalla Giuria ‘Cinema, uno sguardo nuovo’ sono:
- ” Premio Uno sguardo nuovo, Miglior Film” – 5.000 euro
- “Premio Uno sguardo nuovo – Cinemavvenire, Miglior Regia” – 3.000 euro


Omaggio a Les Films d’ici

Tra le più attive realtà produttive europee, Les films d’ici sono forse l’emblema del rilancio del nuovo cinema francese. Lavorando nei margini incerti della fiction e del documentario, favorendo incroci e contaminazioni, Les films d’ici non solo hanno scoperto e consacrato autori come Nicolas Philibert, Denis Gheerbrant, Claire Simon, Edgardo Cozarisnky, ma hanno supportato il lavoro di alcuni outsider come Robert Kramer, Richard Dindo, Luc Moullet, finendo per creare uno stile composito e unitario.
In occasione dei 20 anni di attività ad Alba verrà mostrata una selezione dei loro lavori. L’omaggio, curato da Luciano Barisone, sarà corredato da una monografia e da un incontro condotto dai produttori Richard Copans, Serge Lalou e Frédéric Cheret.


Omaggio a Pasquale Scimeca

Cerca la Storia nelle pieghe della terra il cinema dolce e tenace di Pasquale Scimeca. Autore di una filmografia coraggiosa, divisa tra fiction e documentario ma tanto compatta da poter essere riassunta nel segno della circolarità e nel gesto ripetitivo e rivoluzionario della memoria. Così è la sua Sicilia, sempre ritratta nella vertigine di luoghi senza tempo e immersa nella luce di paesaggi antichi che tornano a vivere sulle parole recitate dai cantastorie della tradizione popolare. Cinema di luce, aria e parola, che non trova uguali nel panorama italiano contemporaneo e, rispetto al quale, Scimeca dimostra un’apertura inedita, che travalica i confini geografici e apre all’infinito l’orizzonte. Da La donzelletta a Gli indesiderabili il percorso che si è venuto a tracciare nei suoi film (vanno citati anche Placido Rizzotto, Il giorno di San Sebastiano, Briganti di Zabut); è quello di una ricerca intorno all’uomo e dentro la storia. In ogni film si segue un viaggio, del corpo o del pensiero, per poi tornare all’inizio del percorso da dove tutto può ricominciare.


Dialoghi. “Filmare l’invisibile”

Sia racconto o documento, il cinema lavora sui corpi e gli spazi, sui tempi del montaggio, sul supporto della pellicola, sul funzionamento delle macchine, caratterizzandosi come un’arte concreta e immanente, collegata intimamente all’uso dei sensi. Un’arte del visibile. Ma se è vero, come dice Gilles Deleuze che i cineasti “pensano con imagini-movimento e immagini-tempo invece che con concetti” è possibile ipotizzare che il cinema sia anche un’arte dell’invisibile? Che esso riesca a cogliere tramite la materia della pellicola qualcosa d’immateriale, qualcosa che sfugge all’impatto immediato dei sensi, qualcosa che è presente in tutte le cose e le illumina della sua presenza? Può il cinema essere una rivelazione dell’anima? Dello spirito individuale e di quello del mondo? Su questo interrogativo, connaturato all’origine del cinema stesso, si terrà ad Alba un colloquio a più voci, arricchito della proiezione di film e di un’antologia di sequenze, alla presenza di cineasti, filosofi, critici e teorici di cinema.

Il programma di Infinity sarà completato da una serie di eventi speciali e piccoli omaggi volti a scoprire personalità di un cinema in continua espansione. Tra gli altri segnaliamo il lavoro su corpi e luoghi del Senegal condotto da Laurence Attali e quello sulla memoria, privata e collettiva, di Henri-François Imbert.

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