Non tutte le sitcom riescono col buco
Dedicare lo spazio di prima serata alla sitcom, in Italia, è una scelta rischiosa per un’emittente.
A differenza di quanto accade negli Stati Uniti, infatti, dove la situation comedy è quasi sempre sinonimo di successo e apprezzamento da parte del grande pubblico, sui nostri teleschermi questo genere, importato o di produzione nostrana, ha storicamente vissuto alterne fortune.
A partire dal capostipite Lucy ed io (1960, Raiuno), fino al tonfo più recente di Via Zanardi 33 (2001, Italia 1), raramente le sitcom si sono dimostrate capaci di reggere la corsa all’audience nelle fasce orarie strategicamente più importanti.
In queste prime settimane di gennaio, Italia 1 ha però deciso di correre un rischio calcolato, aprendo la sua domenica sera con l’ormai consolidato Camera Café (ore 20,30), già forte di un notevole “zoccolo duro” di affezionati conquistati nel preserale, e proseguendo con l’esordiente Love Bugs (ore 21,35), interpretato da due personaggi televisivi popolarissimi come Fabio De Luigi e Michelle Hunziker.
Per entrambi i format, il meccanismo è quella della sitcom classica, con brevi episodi autoconclusivi incentrati soprattutto sulla comicità dei dialoghi e collocati prevalentemente in interni ripresi attraverso la telecamera fissa.
Il risultato finale, però, è molto diverso.
Camera Café funziona, Love Bugs molto, molto meno.
A prescindere dal freddo dato numerico, che nelle prime due serate di programmazione ha visto la coppia De Luigi – Hunziker perdere mediamente quasi un milione degli spettatori che Camera Café gli aveva consegnato, la differente efficacia dei due programmi sembra imputabile soprattutto a scelte di impostazione nello stile e nei contenuti.
Il punto di forza di Camera Café, più o meno direttamente ispirato al celebre fumetto Dilbert di Scott Adams, è sicuramente la buona messa in scena di un microcosmo aziendale fatto di stereotipi e volute esagerazioni, ma allo stesso tempo abbastanza vicino all’esperienza comune da risultare coinvolgente per lo spettatore medio.
Le continue cattiverie compiute davanti alla macchina da caffè dai dipendenti di una fantomatica ditta, capitanati dal duo Luca e Paolo, risultano quindi intriganti proprio perché portano oltre la soglia del ridicolo le piccole ipocrisie tipiche di ogni luogo di lavoro.
Il protagonista è dunque l’ambiente dell’ufficio, un luogo abbastanza evocativo da generare una serie di relazioni e gag nelle quali i protagonisti si muovono con la leggerezza delle marionette in uno spettacolo di teatro popolare.
Tutt’altra prospettiva è quella da cui muove Love Bugs, format canadese italianizzato dopo aver conseguito ottimi risultati in Francia e Spagna.
Qui l’attenzione è interamente focalizzata sui due fidanzati protagonisti e sul loro rapporto di coppia, mentre l’ambientazione e i personaggi secondari vengono volutamente lasciati in secondo piano, con funzioni puramente di colore.
Questa scelta stilistica, in sé, non sarebbe neanche censurabile, vista anche la buona verve portata davanti alla telecamera dai due attori, abili nell’interpretazione e convincenti nell’affiatamento.
Il problema è che manca la cattiveria necessaria a strappare qualcosa di più che un sorriso di maniera.
E, in aggiunta, sembra che al notevole lavoro autorale speso nella caratterizzazione i personaggi non corrisponda una pari attenzione alla costruzione di un contesto che offra spunti comici.
Insomma, se si affronta il tema della convivenza tra uomo e donna all’interno di spazi scenici (la palestra, il ristorante, il tram) mantenuti volutamente neutri e cercando in ogni modo di rimanere sempre e comunque graziosi, il risultato non può che essere di una banalità quasi anestetica.
E così De Luigi e la Hunziker si trovano a predicare nel deserto, provando a sostenere le gag con la sola forza dei propri personaggi, puntiglioso ma capace di frizzanti impennate lui, naif e surreale lei.
Sforzi encomiabili, ma destinati regolarmente a soccombere di fronte alla disarmante fragilità del canovaccio che i due sono costretti a recitare.
A partire dal 24 gennaio, le due sitcom verranno spostate nella fascia preserale con frequenza giornaliera dal lunedì al venerdì.
Spiace dirlo, ma il miglior augurio che si possa fare a Love Bugs è che Camera Café continui a lasciargli in dote un numero abbastanza consistente di spettatori troppo pigri per mettersi alla ricerca del telecomando.
A cura di Marco Valsecchi
televisione ::