Lettera a Gigi D’Alessio
Caro Gigi D’Alessio,
sono uno studente universitario di quasi ventitre anni, e ti scrivo per chiederti un grosso favore. Vorrei che con la tua musica mi aiutassi a realizzare un sogno: trasformare la mia vita in un reality show. Lo so che può sembrare una richiesta un po’ strana. Ma ti assicuro che ci ho pensato a lungo, e sono sicuro che se tu vorrai aiutarmi riuscirò nella mia impresa.
Prima di entrare nel dettaglio con le mie richieste, proverò a spiegarti come questa idea mi è balenata nella mente.
Io sono un telespettatore assiduo e preparato. Amo molto la televisione pensata per noi giovani, in particolare i reality show, che finalmente portano le vere emozioni sul teleschermo.
Ho iniziato seguendo il Grande Fratello, per poi appassionarmi ad Amici di Maria De Filippi e da quest’anno anche a Campioni, che secondo me è la novità più esaltante di questa stagione televisiva.
Guardando queste trasmissioni mi sono convinto che la vita è bella, che ci sono ogni giorno traguardi da raggiungere ed esperienze da provare. Tutto quello che facciamo è degno di essere raccontato e trasformato in un programma per la TV: quando oziamo, quando giochiamo a calcio, quando andiamo a scuola. Il problema è che non siamo più capaci di emozionarci, e quindi lasciamo che le cose succedano senza provare veramente a farle nostre.
Nei reality show, invece, le persone si emozionano davvero: ridono, gioiscono, piangono, urlano, litigano e discutono per ore e ore. Secondo me chi partecipa a questi programmi ha capito veramente come si fa a vivere.
Anche io vorrei che le mie giornate fossero così intense, ma ho visto che passare i casting per andare in televisione è difficilissimo, e io non mi sento neanche tanto adatto al teleschermo.
Non sono tanto bello, non ho muscoli gonfi, piercing e tatuaggi. Non conosco neanche un vip (anche se un mio zio tanti anni fa è stato a Il pranzo è servito) e non ho mai fatto il pìerre.
Insomma, mi rendo conto che non mi prenderanno mai per una trasmissione di prima serata.
Fortunatamente, però, ho molta fantasia, così ho deciso di organizzarmi la vita in modo che sia uguale a un reality. So che sembra una cosa difficilissima, ma in realtà non lo è.
Ad esempio, il problema delle telecamere si è praticamente risolto da solo. Mi sono accorto che anche io, come Ascanio e Leon, sono sempre inquadrato: quando passo davanti alle banche, quando entro nel supermercato, nei negozi di vestiti, davanti alla mia webcam e perfino in università. Le telecamere sono dappertutto, non si fa nessuna fatica a essere ripresi giorno e notte.
Una volta capito questo, mi è bastato entrare nell’ottica del reality show per dare una svolta alla mia vita. Ad esempio, ora ho un rapporto molto più intenso con i compagni di università e con i professori. A volte li abbraccio, altre volte li aggredisco verbalmente se non vogliono condividere le mie emozioni.
In famiglia ho creato un piacevole clima di competizione: ho iniziato a segnare su una lavagnetta il numero di telefonate che ognuno di noi riceve e una volta alla settimana leggo a tutti la classifica dei più richiesti. E al telefono ho imparato a lasciarmi andare; mia nonna è contentissima perché quando mi chiama inizio a piangere e le urlo quanto le voglio bene.
L’unica che non sembrava condividere questo progetto meraviglioso era la mia ragazza, ma poi le ho fatto mettere una maglietta rossa con su scritto “sfida” e da allora credo abbia capito che era il caso di darsi una regolata.
Finalmente mi sembra di vivere in modo completo.
Però sento che manca qualcosa, ed è per questo che ti scrivo.
Mi manca una bella sigla, un motivetto orecchiabile che faccia capire a tutti il senso del mio nuovo stile di vita. Tu che hai scritto tante melodie bellissime per la televisione, come le sigle di Amici e quella di Campioni che mi fa sempre venire la pelle d’oca, te la sentiresti di darmi una mano?
Il ritornello ce l’ ho già in mente:
“E’ la vita di Marco,
è una bella storia
fatta di speranze
e sogni di gloria
E’ la vita di Marco,
è più bella della realtà
è come la televisione
ma con meno pubblicità”.
Che ne pensi? Secondo me con la tua musica potrebbe funzionare.
Aspetto una tua risposta e intanto ti saluto calorosamente.
Con affetto,
Marco
A cura di Marco Valsecchi
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