Spiderman VS Uomo Ragno
Visto l’esorbitante successo interplanetario del film di Spiderman non potevamo esimerci dal confrontare la pellicola di Raimi con il fumetto da cui trae origine. Abbiamo così deciso di organizzare un faccia a faccia tra un fumettofilo hard-core e una viscerale cinefila. Ecco a voi l’epocale incontro/scontro tra due vulcaniche menti di hideout: un articolo degno della prima pagina del Daily Bugle. (Jameson permettendo!)
I film di Spiderman si sono dimostrati senza ombra di dubbio un ottimo prodotto cinematografico ma il compito più arduo per questo genere di trasposizioni è da sempre quello di riuscire a soddisfare gli appassionati del fumetto originale.
SIMONE: Da fan del fumetto ho trovato abbastanza noioso dovermi sorbire più di mezz’ora di film per vedere la genesi di un personaggio di cui conosco vita morte e miracoli.
SILVIA: Erano forse destinati solo a voi fumettisti questi film? Ti sembrerà incredibile ma c’è gente che di Spiderman non aveva mai sentito parlare. E poi dai, nel fumetto c’è ogni volta il riassunto e si parla di centinaia di volumi!
SIMONE: Però che shock venire a sapere, quando Peter Parker scopre i suoi poteri, che è in grado di lanciare una ragnatela organica! Nel fumetto non è affatto così: la tela la crea in laboratorio, è sintetica.
SILVIA: Ma se già aveva dei problemi a disegnarsi il costume! Figurati a costruirsi dei lancia-ragnatele!
SIMONE: No, in questo caso non concordo. Raimi si è preso un po’ troppe libertà: ha tolto i lancia-ragnatele eppure ha reso ipertecnologici i super criminali, trasformando i loro costumi in vere e proprie armature.
SILVIA: Be’, mio antiquato amico, in fondo non siamo più negli anni ’60. Cosa ti aspettavi? Tutine e calzamaglie?! Il regista ha semplicemente adattato le storie e i personaggi di Spiderman al linguaggio cinematografico del XXI secolo, alla situazione sociale e alle sue scoperte scientifiche.
SIMONE: Sì, la computer-grafica ha effettivamente saputo rendere giustizia alle acrobazie dell’arrampicamuri. Però lo sceneggiatore non è stato all’altezza dei dialoghi presenti nel fumetto.
SILVIA: Non stento a crederlo! Nel film erano scontati, banali e con un pessimo doppiaggio. Peccato, perché la recitazione degli attori è ottima. Il livello è elevato e i cattivi in particolare sono molto convincenti.
SIMONE: Sono d’accordo solo in parte. Dafoe e Molina sono stati bravi a carpire l’essenza di Goblin e Doc Ock. Ma nel fumetto MJ è una modella di strabiliante bellezza e il Peter Parker del film è aderente al personaggio originale solo per metà.
SILVIA: Non fare il criptico. Cosa intendi dire?
SIMONE: Come sempliciotto l’ho trovato perfetto: brillante ma imbranato, buono ma impacciato, è un nerd esemplare. Il problema è che nel panorama fumettistico i volumi dell’Uomo Ragno si sono sempre contraddistinti per la loro capacità ironica. L’umorismo delle avventure cartacee si articola su due livelli; il primo livello è quello della comicità situazionale: è il caso in cui il divertimento deriva da circostanze particolari che colpiscono i protagonisti della narrazione. Questo aspetto è ben trasposto anche nella pellicola, poiché il regista riesce in più di un’occasione a strapparci un sorriso mettendoci davanti a simpatiche disavventure (pensa a quando Peter inciampa camminando da solo per strada o a quando zia May colpisce per sbaglio con un calcio l’impiegato di banca). Il secondo livello è quello della comicità caratteriale: nel fumetto, una delle caratteristiche fondamentali dell’amichevole Uomo Ragno di quartiere sono le esilaranti battute che riserva ai nemici durante i combattimenti. Quando indossa il costume, Parker diviene molto più sicuro di sé e questa fiducia nei propri mezzi gli permette di sfottere e prendere in giro i cattivi coi quali si batte. Nel film questo aspetto non trova spazio: Spiderman non è né simpatico né divertente mentre lotta contro Goblin o Octopus. La sua verve comica, le sue battute di spirito erano un elemento identificativo del super eroe creato da Stan Lee e in questo Raimi ha ampiamente deluso.
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SILVIA: Pur non dubitando della veridicità del tuo discorso, non si può dire che questa “mancanza” intacchi la buona riuscita del prodotto cinematografico. Indipendentemente dal confronto con il suo alter-ego cartaceo, anche il “mio” Spiderman ha una personalità ben delineata, capace di appagare le aspettative dello spettatore.
SIMONE: Credo che questo tuo discorso possa essere esteso alla totalità delle problematiche affrontate sino ad ora. Rimane il fatto che il film, essendo una copia, non potrà mai essere allo stesso livello dell’originale. Amen.
SILVIA: Amen.
Curiosità: Per chi fosse interessato, sono disponibili in edicola e in fumetteria i volumi di Spiderman The Movie e Spiderman 2. Prodotti mediocri, dei quali ci siamo riservati il diritto di non parlare.
A cura di Simone Penati
la sottile linea rossa ::