Burn, baby, burn
Perchè parlare (e consigliare vivamente) questa antologia di minimum fax?
Due motivi, almeno i primi due:
1) Perchè minimum fax è la realtà editoriale più militante, più interessante e più simpatica nel panorama nazionale (grazie ancora per Carver, Wallace, Lethem, Jones e ora Klam) e questa é una summa di anni di lavoro (l’antologia è una creazione dei due factotum minimumfaxiani, Testa-Cassini, I Lennon-Mccartney della nostra editoria, fatte le debite ditinzioni di sesso…, ma lasciamo a loro la parola: “Questo libro, questo lavoro, lo riteniamo una creatura di minimumfax, e dei suoi curatori, a tutti gli effetti. E a tutti gli affetti.”) nel senso che é una personale (testa/cassini) raccolta dei migliori scrittori under40 che vengono dal paese a stelle e strisce. Si va dai noti Eggers, Eugenides, Lethem, Moody, Saunders e l’immancabile Foster Wallace (vero fratello maggiore e guru di molti qui presenti) alle new entries Bradford, Budnitz, Homes e Klam, alcuni dei quali prossimamente o da pochissimo sui nostri schermi.
Siccome ne sanno (e tanto) di letteraratura USA, fidiamoci…
2) Per i racconti stessi, che sono divertenti (Bradford, Kalfus, Budnitz); belli (Eugenides, Homes, Klam, Moody); bellissimi (Lethem, Saunders).
Ne hanno scelti diciotto, dopo averne letti chi sa quanti su riviste, siti internet o altre antologie, aver parlato con editor e scrittori, essere andati innumerevoli volte direttamente in America.
Poi hanno scelto, e infine tradotto (come in tutte le loro pubblicazioni in maniera impeccabile).
Come ce la presentano loro stessi, è un’antologia “parziale, razzista, incompleta, settaria, classista e lacunosa” ed in effetti non ha un tema, è difficile etichettare questi diciotto autori, la cui sola cosa che sembrano avere in comune è l’età (più o meno sui trentacinque); l’essere cresciuti nello stesso periodo nella stessa nazione (quindi un background comune si può ritrovare).
Fine dei punti in comune: si va dai testi sotto forma di lettere di un cane o di test a risposte multiple, ai racconti vicini al minimalismo di un decennio fa, o a quelli fantastici.
“Lungi da noi l’idea di creare etichette, generazioni, movimenti, abbiamo scelto i diciotto autori che sono in questo libro per l’unica ragione possibile e necessaria: perché sono bravi a fare il loro mestiere e meritano di arrivare sulle nostre librerie.”
Parole sante, a noi non resta che ringraziare e leggere.
Visto che la letteratura giovane nel suo complesso più stimolante, vivace divertente e lucida è quella da cui provengono i diciotto qui raccolti, e che di questa realtà i due romani sono tra i massimi esperti, ne vale la pena.
Sessanta anni fa Bompiani pubblicava, “Americana”, l’antologia di Vittorini che ha fatto scoprire all’Italia che non ne sapeva nulla (uno dei tanti regali del duce); centocinquant’anni di letteratura americana, appunto.
Questa copre solo qualche anno, un decennio forse.
Non è paragonabile, ma forse si può considerare un aggiornamento.
Da tenere, di fianco, a destra, dei due tascabili, ormai anziani, regalataci da Vittorini-Bompiani, che non hanno avuto seguito.
Per chi ama la letteratura Usa, qualcosa da non perdere, per chi ama la letteratura in genere, qualcosa da leggere, rileggere, assaporare. E conservare.
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