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Intervista a Diego Abatantuono

Abbiamo incontrato Diego Abatantuono, a Milano per presentare il secondo capitolo di Eccezzziunale veramente. Visto il tema del film, è stato difficile parlare di cinema senza passare attraverso il campo da calcio.

Il calcio fa parte della tua vita?

Sono nato al Giambellino, che puoi fare in un quartiere del genere da piccolo? Avevamo solo il pallone e le figurine…il calcio non è mai stata una mia passione, e ne ho tante. Era più che altro un modo per unire le mie passioni, l’amicizia, il gruppo, l’andare a giocare insieme, il trovarsi a parlare di calcio. La partita è un tramite per ottenere altri risultati. La partita fine a se stessa mi annoia, da solo non la guardo volentieri nemmeno in tv, non la godo, è come giocare a calcio da solo contro il muro. L’importante nella vita è avere delle passioni, il problema è quando non ce ne sono.

Come è nata l’idea del remake?

Il capitolo Secondo…me è stato ideato perchè ce l’hanno chiesto in tanti, ma soprattutto, perché spero di tornare a girare film comici, cosa che diventa sempre più difficile vista la situazione italiana.

Quali sono i problemi principali per il cinema comico e quali possono essere le soluzioni?

Il problema è che il pubblico italiano è abituato a vedere i film comici solo a Natale. Una soluzione potrebbe essere quella di offrire film di genere, differenziati anche nelle stagioni. In parole povere non proporre i film comici solo a Natale, ma da questo punto di vista bisognerebbe creare un rapporto differente proprio con il pubblico. Il genere comico non sta vivendo una grande stagione. Nonostante incassino bene, gli italiani (Pieraccioni, Boldi & De Sica) sono tutti “film panettone” e gli altri, che cercano una sortita diversa, come noi, sono pochi coraggiosi. Tutto il resto è di produzione americana, quindi i conti sono presto fatti.


Solo questo?

In effetti anche la qualità del film dovrebbe essere un po’ più curata. E’ quello che abbiamo cercato di fare noi, evitando parolacce e allusioni, con meno gag visive ma rendendo la storia più ricca dal punto narrativo. Se il pubblico lo gradirà, sarà un buon segnale per produrre film comici anche fuori dal periodo natalizio.

Quale è il segreto di un buon film comico?

Credo che il segreto fondamentale per far ridere sia divertirsi. Se non ti diverti tu, allora non puoi far ridere. In questo film mi sono divertito molto, soprattutto nel girare la scena del sogno coi giocatori del Milan.

Campioni sul campo da calcio, ma meglio come giocatori o come attori?

Sono stati molto carini. A parte il fatto che sono bravi, oltre che interessanti dal punto di vista dell’aspetto visivo. Oramai è una cosa comune vedere i calciatori sullo schermo cinematografico oltre che in tv. All’epoca del primo episodio di Eccezzziunale veramente era forse qualcosa di più innovativo. Oggi li si vedono ovunque, allora abbiamo preferito dissacrarli un po’. Ci sembrava divertente replicare l’incubo sul prato di San Siro all’inizio del film. Se prima mi trovavo a tirare un calcio di rigore nello stadio vuoto e prendevo la traversa, ora sogno di essere l’allenatore del Milan, che mette in attacco il portiere Dida solo perché è brasiliano, “vuoi non mettere davanti un brasiliano”! Ma ci sono state alcune difficoltà: per quanto breve, la scena è stata girata in momenti diversi, perché è stato impossibile mettere insieme Dida, Maldini, Gattuso, Costacurta, Shevchenko e Ambrosini nello stesso momento. La scena è stata costruita con espedienti di montaggio, non c’è un totale con tutti perché non erano mai tutti insieme. E soprattutto non riuscivano a non ridere.

Ambrosini offre una buona prova da imitatore replicando il dialetto “terrunciello”…

Ambrosini è un grande appassionato del film, so che ha tutti i poster in camera e conosce il film a memoria. Infatti lui ci teneva molto a partecipare e quando abbiamo scoperto che sapeva imitare il mio personaggio abbiamo pensato di metterlo alla prova. All’inizio il sogno non era previsto dalla sceneggiatura, ma avevamo notato una mancanza di parallelismi con il primo episodio e abbiamo pensato al sogno con cui iniziava il film.

Quanto è cambiato in vent’anni il calcio?

Per certi versi poco e per altri molto. Ci sono molti più interessi, molti più soldi. Mi ricordo che una volta c’era Baresi mangiava pane e salame con mezzo litro di vino, prima di andare a giocare. Oggi i calciatori sono più atleti, una volta erano meno dotati. La tifoseria invece, in alcuni casi, si è involuta. Certi episodi fanno capire che ci sono molti imbecilli allo stadio.

Non a caso ci sono meno incitazioni alla “viulenza” negli stadi…

Nel primo film, ma anche in questo, abbiamo rappresentato una tifoseria allegra. Anche nel primo episodio, sebbene il verbo della “viulenza” era dominante, il tifo era più innocuo e con questo film vogliamo sperare che le tifoserie tornino ad essere composte da gente matta che si sfotte con gli amici non da delinquenti. I miei personaggi erano allegri, goliardici, l’atto più violento del primo film era il lancio di una buccia di banana. Certi spettatori dovrebbero vedere le partite su dei maxi schermi coperti da reti metalliche, così se la loro squadra perde possono lanciare tutto quello che vogliono senza fare male a nessuno. Avete presente il locale dove suonano i Blues Brothers davanti ad un pubblico “country”, ecco una cosa del genere! Gli Ultrà dovrebbero essere più normali, se crei treni “speciali” e pullman “speciali” allora per forza si sentono “speciali” anche loro e credono di poter fare tutto.

Da tifoso che ne pensi dei risultati non troppo brillanti del Milan?

Ci vorrebbe una Cura del gorilla, come nel film con Bisio, che tra l’altro abbiamo prodotto con la Colorado. [img4]Non credo che serva una vera cura, quella servirebbe a chi ha problemi più grossi come andare in serie B… ci possono essere degli alti e bassi ma come squadra si fa sempre rispettare (a parte Istanbul, ndr). Ci vorrebbe una cura per la Juve, che adesso è veramente troppo forte e rende vani gli sforzi di squadre come l’Inter e il Milan che sono in forma comunque ma non abbastanza.

Tornando al cinema…cosa hai in mente per il futuro?

Giàche ci siamo perché non pensare al remake di un altro classico? Mi piacerebbe riproporre Attila, un personaggio che aveva molte cose da dire all’epoca e ne avrebbe anche oggi, fuori dal tempo!

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