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Interivista a Stefano Accorsi e Maya Sansa

Maya Sansa

Come si è avvicinata al personaggio?
È stato un lavoro corale, di gruppo. Io ho letto il copione e successivamente il libro, e ho notato molte differenze tra la Maria del film e la Giovanna del romanzo* : Giovanna è arresa alla vita, è più vittima, si lascia andare. Maria è invece curata, nonostante le ferite della vita. Ha molta dignità, non vuole e non deve essere vinta dalla vita; con il suo modo di amare crea, e usa il suo sorriso come difesa e come stimolo ad andare avanti.

Recentemente ha lavorato con Bellocchio e Giordana, ora con Mazzacurati, privilegiando il cinema intellettuale, impegnato e di qualità. Crede di proseguire o prevede altri ruoli?
Sono sempre stata aperta a ogni genere di ruolo, lo si può vedere in film come Benzina di Stambrini o nel nuovo Contronatura di Tofanelli. I ruoli che mi hanno dato maggiore popolarità sono però proprio quelli da me interpretati in La meglio gioventù e Buongiorno, notte. Ma mi piace sperimentare sempre cose nuove.

La commedia, per esempio?
Certamente, mi piacerebbe moltissimo; quella anglosassone, però, perché al momento in Italia non vedo la possibilità di lavorare su una commedia di qualità.

Stefano Accorsi

Come è stato lavorare con Mazzacurati?
Avevo già fatto con lui una piccola parte in Vesna va veloce, ma da sempre è un regista che ammiro moltissimo. In questo film ho visto molto amore per i personaggi, raccontati senza retorica; il risultato è che sono tutti molto italiani, e non sono stereotipati come in molti film ambientati nell’Italia dell’anteguerra.

E con Maya Sansa?
Maya è un’attrice completa, forte, tra noi si è subito creata grande complicità. In più, il copione era stato preparato perfettamente durante le letture, e lo spazio che ci siamo presi per arricchire i dialoghi con il nostro contributo personale era naturalmente in linea con le scene.

Il personaggio che interpreta è privo di ogni senso di colpa verso la moglie e il figlio. Che cosa ne pensa?
Credo che lo faccia senza cattiveria. Giovanni è un personaggio che vorrebbe essere felice senza fare del male a nessuno, e si dimostra libero da un tipo di cultura che prevede un senso di colpa per chi agisce come lui, cercando la propria felicità. In tutto il film lui cerca di prendersi il proprio tempo, vivendo tutto intensamente e senza voler piacere a tutti i costi. E alla fine si scopre come uomo, in grado di accettare quello che è, pienamente consapevole di dover vivere solo quello che può vivere. Penso che ciascuno di noi dovrebbe prendersi il proprio tempo, magari grazie a una storia d’amore.

* Nel romanzo di Cassola i protagonisti si chiamano Mario e Giovanna, mentre nel film si è scelto di invertire i nomi per accentuare la sensazione di assoluta coesione e indivisibilità dei personaggi.

Link correlati:

• Vai alla recensione del film L’amore ritrovato
• Articolo sul rapporto tra il film di Mazzacurati e il libro di Cassola

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