Ritorno al passato
Star Trek non è mai stato così spaziale, così ricco di effetti speciali, così tanto smaccatamente film d’entertainment. Il nuovo ragazzo d’oro di Hollywood, J.J. Abrams, creatore di Alias e di Lost, è riuscito nell’impresa che la Paramount Pictures stava aspettando da anni: dare una bella spolverata alla saga di Star Trek, accontentando i fan e conquistandone di nuovi.
Mai Star Trek è stato così cinematografico. Insieme ai suoi scrittori preferiti, Roberto Orci e Alex Kurtzman, con cui ha collaborato per Mission Impossibile III, per Alias e adesso anche per Fringe, J.J. ha messo insieme una storia che è contemporaneamente prequel, reboot e sequel. Prequel, perché racconta fatti avvenuti prima del telefilm del 1967, ma anche reboot e sequel perché crea un nuovo inizio che proprio non ci si aspetta. Senza voler anticipare troppo, diciamo che il tocco del creatore di Lost si vede, e si tratta del tocco buono, quello che si interroga sul significato di destino, sulle predestinazione, sullo scorrere del tempo e sulla natura dell’uomo. Tutto questo facendoci divertire un mondo attraverso viaggi spaziali, storie d’amore, nuovi universi, scazzottate e gesta di coraggio.
Mai Star Trek è stato così spaziale. Dal 1967 a oggi, i viaggi stellari dell’Enterprise sono sempre stati raccontati più che altro attraverso la plancia dell’astronave. In questo nuovo film si vedono battaglie spaziali, cadute libere sul pianeta, buchi neri, e così via. La Paramount infatti, per la prima volta, ha investito un budget molto importante per Star Trek, assumendo anche la Industrial Light & Magic di George Lucas (Guerre stellari) per gli effetti speciali, cosa che farà sorridere non pochi.
Mai Star Trek è stato così sdolcinato. Il triangolo tipico dello Star Trek classico era tra Kirk, Spock e il dottor McKoy: passione, logica, scienza. Qui invece McKoy esce dall’equazione, ed entra di prepotenza Uhra, donna forte e indipendente, la migliore nel suo lavoro, coraggiosa e bellissima… come non innamorarsi di lei?
Mai Star Trek è stato così divertente. Kirk e Spock si comportano in maniera veramente incredibile. Il fan non farà altro che sorprendersi, soprattutto per i comportamenti di Spock (un meraviglioso Zachary Quinto), mentre il neofita si starà comunque divertendo godendosi la storia. Anche l’ironia dello Star Trek classico si basava tra il rapporto dei tre protagonisti, mentre qui si è seguita una logica più contemporanea, e forse anche maggiormente televisiva, inserendo personaggi buffi (Scott e il suo amico alieno) e momenti comici estemporanei (le mani e la lingua gigante di Kirk). Ma ciò che rende davvero divertente questo film, almeno per coloro che conoscono sia la saga di Star Trek che quella di Guerre stellari, ma anche i mondi creati da J.J. nelle sue serie tv, sono i rimandi e le citazioni. Vedasi lo scozzese rinchiuso da due anni a schiacciare bottoni. Lost e Alias, soprattutto, ma anche Guerre stellari. Si perché J.J. ha detto di essere sempre stato fan di Star Wars ma di non conoscere bene la saga di Kirk e compagni, tanto da non voler accettare. Per fortuna non è andata così, grazie alla Paramount che ha scelto l’uomo giusto per rinnovare Star Trek, senza pregiudizi e reverenze, riuscendo ad andare là, dove nessun cineasta e mai andato prima.
Curiosità
Zachary Quinto, il Sylar di Heroes, qui nei panni di Spock, non riusciva a imparare il classico saluto vulcaniano, per cui si è fasciato le dita per riuscire a divaricare medio e anulare. Inoltre citiamo le due attrici scelte per interpretare le mamme di Kirk e Spock. Allison Morrison, la Cameron del Dr. House, è la signora Kirk, mentre la sempre meravigliosa Winona Ryder è la moglie di Sarek, la terrestre madre di Spock. Quando uscirà il DVD vedremo anche la scena tagliata, nella quale Winona mette al mondo Spock.
A cura di Sara Sagrati
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