Pochi numeri, poco sesso
Strana carriera, quella di Daniel Waters. All’inizio degli anni Novanta era uno dei giovani sceneggiatori più apprezzati di Hollywood, con titoli che spaziavano dal thriller (Schegge di follia – Heathers, Michael Lehmann, 1989) al fantasy (Batman il ritorno – Batman Returns, Tim Burton, 1992). Poi, dopo un passo falso come Demolition Man (id., Marco Brambilla, 1993), la sua carriera si concluse di botto.
Ora, quindici anni dopo ritorna, come regista, con questa strana commedia, rispolverando quella Winona Ryder che era già stata protagonista del suo primo successo, Schegge di follia.
Purtroppo però, la pluralità di orizzonti che aveva contraddistinto la prima parte della carriera di Waters, finisce per non essere altro che confusione in questo suo ritorno. Che film è Tutti i numeri del sesso? Se é una commedia demenziale, allora é meno volgare ma anche molto meno divertente di un classico film alla American Pie. Se é un film sentimentale e morale, allora é troppo superficiale nelle tematiche. Se é un film di fantascienza, allora é solo un’allusione a Matrix, ma senza tutto il suo universo intorno.
Insomma, bisogna prendere questo film per quello che é: una commediola a basso budget senza la volontà autoriale tipica di certo cinema indipendente americano, con poche idee mal messe in campo e con un un buon cast che però non é in grado di sostenere tali mancanze.
Waters non ha infatti il coraggio di mantenere il tono grottesco, che si ritrova nelle migliori scene del film, per tutta la durata della pellicola. E se un film di questo tipo perde coraggio, allora finisce, per forza di cose, nella banalità.
Curiosità
Tutti i numeri del sesso é il primo dei numerosi film previsti per Winona Ryder nel 2008 (The Last Word, Water Pills, The Informers, Star Trek e Alpha Numeric), e forse verrà ricordato dai suoi fan più che altro per la sua prima (brevissima) scena in topless.
A cura di Alberto Brumana
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