Show notturno
Tra deformazioni e mondi paralleli
L’ultimo baluardo di civilizzazione umana, ai confini della tundra artica. Grandi spazi di ghiaccio e nulla intorno. Dentro, una guerra per la sopravvivenza, all’ultimo sangue.
Slade compone un quadro claustrofobico ed estremo dell’umanità contro la disumanità. Una battaglia dal sapore apocalittico: Marlow, il leader del gruppo di vampiri, parla una lingua altra, come vaticinando di una fine imminente. Quasi un angelo della morte giunto da chissà dove per decretare la fine di un’epoca.
Esteticamente prezioso, il film si nutre delle illustrazioni vaghe e forti di Ben Templesmith: un tratto che per la graphic novel 30 days of night è quasi un acquarello, disperso nello sfondo confuso, ma sfacciato e agghiacciante nelle scene di violenza.
Il regista concentra la sua maestria di artista di videoclip (di recente ha lavorato con Muse, POD e Tori Amos, tratteggiando mondi e mostri deformati, tra magia, favola e maschere paurose) sulle descrizioni di mostri pallidi e fortissimi, inquadrando sguardi vuoti e neri da vampiri, bocche letali, insanguinate come fossero dipinte.
La bestialità del Nemico è qui assoluta e si nutre di una cinematografia classica che Raimi (produttore con la Ghost House Picture) conosce bene: quindi da Carpenter a Romero, passando anche per L’armata delle tenebre di Raimi del 1992, 30 giorni di buio emerge dall’oscurità del cinema di genere come un horror classico virato allo splatter, privo di ogni ironia, ma spinto e veloce verso lo stilema del gioco al massacro.
Tra buoni e cattivi, umani e disumani, colpi d’ascia e schizzi di sangue, climax musicali e ombre dietro le spalle.
Il Nemico è dentro
L’invasione dei vampiri è come un assedio di zombie: impossibili di abbattere, eterni, non morti. Ricordano qualche supereroe contemporaneo dal lungo mantello nero, agili così tanto da sfidare la forza di gravità. Sono mistici e animaleschi insieme e, per qualche ragione, sembrano superiori agli umani, oltre che per forza fisica, anche per capacità mentali.
Le vittime, paradossalmente, aspirano a trasformarsi in questi esseri migliori. Così Eben, l’eroe, speculare all’antieroe Marlow, si ritrova a bere lo stesso sangue infetto per cambiarsi in uno di loro. Diventa il nemico stesso che cerca di combattere, condannandosi a una vita eterna che, come ogni eroe buono, non può fare altro che rifiutare.
Il potere maligno, sebbene infinitamente superiore a quello benigno, corrode l’anima: come in un classico racconto orrorifico, la fusione tra Bene e Male avviene completamente e il sacrificio supremo dell’uomo getta un’ombra di sfiducia sulle forze della giustizia.
Curiosità
30 giorni di notte, edito da Magic Press, è sceneggiato da Steve Niles e disegnato da Ben Templesmith. Niles ha creato insieme a Rob Zombie la serie a fumetti Bigfoot.
A cura di Francesca Bertazzoni
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