Il delizioso dolce del disincanto
Prendi una ragazza diventata donna troppo presto. Uniscila in matrimonio a un uomo che sembra un animale. Condisci il tutto con un po’ di atmosfera da provincia americana, quella dove il sogno americano non è mai arrivato. Impastalo dentro un piccolo ristorante all’angolo della strada, famoso nelle quattro contee per le deliziose torte create dalla mani della giovane ragazza, bianche di farina. Fallo cuocere per circa due ore spolverandolo con un pizzico di romanticismo e una manciata abbondante di disillusione. Quello che ne risulta è Waitress, un film piccolo, indipendente, che non brilla particolarmente per originalità, ma che è capace di fondere tutti i suoi ingredienti in una pasta soffice e delicata, quasi sublime.
Il film di Adrienne Shelly è come le torte create dalla protagonista Jenna, pasticcera ispirata dalla sua vita quotidiana. I suoi sogni per un futuro migliore sono ostacolati da un uomo becero e maschilista, in grado di tarpare le ali al più bello degli uccelli migratori. Interviene quindi il nuovo medico del piccolo paese, una ventata di novità e di trasgressione. Quel punto di rottura che permette a Jenna di cogliere la propria epifania. C’è qualcosa dietro l’angolo del Joe’s Diner.
Ingredienti semplici, dosati al punto giusto e abilmente cucinati. Questo è il segreto di Waitress, apprezzato dal pubblico e lodato dalla critica in patria. Ma tra tanta dolcezza si nasconde un finale amaro, che si consumano alla fine dei titoli di coda. La giovane regista Adrienne Shelly infatti non ha potuto gustare il dolce sapore del successo ottenuto dal suo film perché, nella vita reale, è stata assassinata in seguito a un diverbio condominiale con un idraulico.
Curiosità
All’anteprima per la stampa al Festival del Cinema di Locarno un critico ha commentato il film dicendo “negli anni settanta il burro lo si usava meglio”. De gustibus non est disputandum!
A cura di Carlo Prevosti
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