Identità nascoste
Arriva al terzo capitolo la saga dello smemorato Jason Bourne, formidabile agente incapace di ricordare alcunchè del suo passato, tranne che sparuti flash privi di connessioni.
Grazie alla consueta trama ricca di azione e colpi di scena, il film riesce a tenere incollati allo schermo per tutte le due ore, migliorando il ritmo rispetto al secondo capitolo The Bourne Supremacy (id., Paul Greengrass, 2004) che aveva lasciato l’amaro in bocca a quanti si aspettavano un bis all’altezza dell’esordio di Bourne sul grande schermo.
Matt Damon si dimostra ancora una volta perfetto nel ruolo di indistruttibile e implacabile killer, decisamente più credibile in questo ultimo episodio probabilmente a causa della maggiore confidenza col personaggio di Bourne rispetto al suo debutto da “duro”.
Il resto del cast sembra gravitare attorno alla sua figura inaspettatamente carismatica, con la conseguenza che la migliori scene sono le sequenze di azione dove tensione e muscoli la fanno da protagonisti.
L’unico a reggere il confronto è Brian Cox (Ward Abbott), presente insieme a Damon in tutti e tre i capitoli della saga e in grado di interpretare il suo ruolo da cattivo dandogli una statura pari a quella del protagonista.
E’ davvero curioso come, nonostante abbia esordito nelle sale nel 2002, il personaggio di Bourne non abbia fatto presa sul pubblico italiano: , i primi due episodi sono passati al cinema con poco clamore e hanno fatto perdere la loro memoria nel giro di pochi mesi.
Assistendo a questo Ultimatum si può invece osservare come il personaggio e la trama siano più originali e avvincenti di molti altri action movie di maggior successo, e come la costruzione stessa della trilogia riveli una delle saghe di azione meglio riuscite degli ultimi anni.
A cura di Enrico Bocedi
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