Un cowboy nella trappola dell’FBI
Antoine Fuqua, già regista, tra l’altro, di Training day (id., 2001) e King Arthur (id., 2004), arricchisce il filone di pellicole che riguardano attentati alla figura del Presidente degli Stati Uniti, dirigendo un thriller d’azione godibile ma privo di originalità.
Mark Wahlberg, recente nomination all’Oscar per il ruolo del poliziotto in The departed (id., Martin Scorsese, 2006), interpreta il protagonista, un killer addestrato dal governo, spietato e patriottico, che diventa uno scomodo fuggitivo. La recitazione dell’attore ricorda quella dell’Eastwood prima maniera, sguardo da duro e battute sarcastiche, mentre l’azione, sulla scia dei thriller complottistici degli anni settanta, ammicca alle avventure di James Bond e di Jason Bourne (The Bourne identity, Doug Liman, 2002).
Ironia, esplosioni e grandi spazi.
I dialoghi, disseminati di ironia dissacrante dai netti toni anti-Bush, e le motivazioni progressiste sottese all’intrigo sono annacquate da un’eccessiva ridondanza. Le notevoli coreografie d’azione hanno come scenario i grandi spazi urbani e, soprattutto, gli esterni degli incantati paesaggi della British Columbia, che danno un tocco agorafobico a cospirazioni, esplosioni e suggestive immagini di uomini sospesi tra fuoco e polvere.
Nonostante la sensazione di falso derivante dall’abusata fotografia dalle forzate tinte verde-blu, il bel finale bianco tra la neve oltre le nuvole illude per un istante: in realtà, tutto si riduce ad una mera questione tra cowboy, magari buoni e affascinanti come John Wayne, ma sempre cowboy!
Curiosità
Per preparare al ruolo Mark Wahlberg, la produzione ha ingaggiato uno specialista nell’addestramento di cecchini, il marine Patrick Garrity che ha sottoposto l’attore ad un’estenuante preparazione presso il Front Sight Firearms Training Institute di Las Vegas. Il ruolo del senatore del Montana è interpretato dal “caratterista veterano” Ned Beatty che ha recitato in diversi film importanti tra cui Un tranquillo week end di paura (Deliverance, John Boorman, 1972), Superman (id., Richard Donner, 1978) e He got game (id., Spike Lee, 1998). Il film è basato sul romanzo Point of impact di Stephen Hunter.
A cura di Raffaele Elia
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