Appesi all’ultimo gioco
Con ancora nella memoria la richiesta del Codacons del ritiro dei manifesti con la mano mozzata del primo film della serie (Saw – L’enigmista di James Wan, 2004), arriva nelle sale italiane il terzo episodio della truculenta saga che ripropone, quasi al completo, il cast tecnico dei primi due episodi.
Il giocoso moralizzatore è tornato per tenere un’altra lezione, forse l’ultima, sulla terapia del dolore e del perdono. Mettendo in scena stati d’animo di facile immedesimazione, la sceneggiatura, sfruttando la leva dell’emotività, alimenta le pulsioni più istintive in un crudele gioco nel gioco, in cui tutti sono messi continuamente alla prova: una sorta di via crucis dall’evidente matrice cattolica.
Nuove torture e regia esibita
La regia è sempre più esibita, con troppi slittamenti sfrigolanti della macchina da presa, rapide panoramiche a schiaffo ed una fotografia in penombra colorata nello stile della serie tv CSI. La struttura narrativa, più complessa che in passato, contempla diversi flash back concentrici ed un serrato montaggio alternato, ricco di inserti subliminali che obbligano lo spettatore ad uno sforzo per ricomporre il diabolico puzzle.
L’insolito terapista ha arricchito il suo museo delle torture: dopo la trappola per la mascella del primo film e la vasca di siringhe del secondo, i suoi pazienti, appesi o stesi in attesa della fine del gioco, dopo aver rischiato di restare affogati nel succo di maiale, sono attesi da quello che è il meccanismo preferito dal nostro ormai consapevole dead man walking, il terribile cavalletto. C’è anche spazio per un omaggio gore alle serie tv ospedaliere, con la trapanazione di un cranio appena sbucciato in cui il regista, che ha utilizzato una protesi per evitare gli effetti digitali, con un “facile” taglio dell’inquadratura vanifica l’effetto realistico e mina il patto di verosimiglianza con lo spettatore.
Gli attori riescono a dare credibilità anche alle scene più paradossali, contribuendo a rendere Saw III un buon b-movie di genere, terror più che horror, più intenso dei due precedenti e capace di mantenere la tensione fino “all’ultimo gioco”. Game over?, forse è il momento giusto.
Curiosità
Il regista Darren Lynn Bousman ha diretto diversi videoclip pubblicitari e musicali tra cui So degli Static e, dopo aver terminato le riprese di Saw II (2005), ha diretto il video dei Mudvayne Forget to remember. Bahar Soomekh (Lynn), è nata a Teheran ma è cresciuta a Los Angeles ed ha all’attivo diverse apparizioni in serie tv di successo come Bones, In Justice e JAG – Avvocati in divisa e ha recentemente recitato in Crash (id., Paul Haggis, 2004) e Mission: impossibile 3 (id., J.J. Abrams, 2006)
Filmografia:
• Saw III (2006)
• Saw II (2005)
• Identity Lost (2001)
• Butterfly Dreams (2000)
A cura di Raffaele Elia
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