Un orgasmo ci salverà
Nonostante la tarda ora in cui è stato proiettato al Festival di Cannes 2006, la standing ovation che acclamava il film ha letteralmente svegliato Cameron Mitchell. Hollywood è lontana ed il regista, premiato nel 2001 al Sundance Festival per il riuscito musical Hedwig – La diva con qualcosa in più, costruisce con attori non professionisti e drag queen una storia corale di sesso e relazioni interpersonali. I protagonisti sono uniti dai percorsi della macchina da presa che, dopo un primissimo piano della statua della libertà, scorre in un piccolo e delizioso plastico colorato di New York, infrangendosi sul bianco delle finestre per poi irrompere nelle singole storie. Shortbus è un piccolo appartamento-rifugio per “diversi”, un luogo d’incontro di solitudine, trasgressione e tristezza post 11 settembre.
Universo di eccentricità e disperazione
Le scene di sesso esplicito, molto più incisive delle provocazioni di Larry Clark, con tanto di menage a trois omosessuale, contemplano una galleria di personaggi sempre in bilico tra eccentricità e disperazione; un ragazzo che gira un filmino da lasciare al suo uomo, un vicino spione “hitchcockiano” nei panni del salvatore e una sessuologa che sperimenta i diversi modi di trovare il piacere. Le immagini sporche della macchina da presa digitale a mano indugiano con qualche compiacimento di troppo sui dettagli anatomici senza però mai diventare volgari.
Un film vitale e riflessivo con diversi momenti di leggerezza tra cui un “molto anni settanta” circolo femminile pussy paradise, una “dominatrice” sadomaso dal nome di Jennifer Aniston e un quadro astratto dalla indubbia origine naturale. Una panchina sospesa tra foresta e sabbia e l’oceano che scorre sotto i corto circuiti sessual-affettivi trascinando tutti nel finale felliniano, tra 8 e ½ (1963) e Satyricon (1969), con la drag queen Justin Bond che canta Tutti ci arriveremo in un’atmosfera da Berlino anni venti. Un orgasmo ci salverà …. Forse.
Curiosità
A causa delle esplicite scene sesso, diverse sale italiane hanno rifiutato di proiettare il film.
A cura di Raffaele Elia
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