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Il diavolo svestito

Il diavolo svestito

Il film sarà proiettato martedi 23 febbraio alle ore 21.30 nel corso della rassegna I Dispersi Doc, presso l’Associazione La Scheggia, in via Dolomiti 11 a Milano.

Il numero di settembre dell’edizione americana di Vogue è la bibbia del mondo della moda. Le telecamere di R.J. Cutlet hanno documentato dall’interno gli oltre cinque mesi di lavoro che, nel 2007, sono serviti ad Anna Wintour e a tutta la redazione per arrivare finalmente alla pubblicazione dell’agognato volume della più importante rivista dell’intera editoria mondiale, per influenza, numero di pagine e copie vendute. È necessario premettere che il lavoro di R.J. Cutlet non offre dei particolare picchi stilistici o idee che offrono una svolta al linguaggio documentaristico. Il lavoro di documentazione è semplice, pulito ed efficace. Sebbene rientri nei canoni del documentario tradizionale, The September Issue però possiede alcuni tratti distintivi che conferiscono alcuni elementi di particolare interesse. Un solo film, in questo caso, può essere letto come una composizione molteplice di differenti livelli di lettura, moltiplicando le prospettive di interesse a suo proposito.

Un primo livello concerne il ritratto della celebre (e temutissima) direttrice di Vogue, Anna Wintour, vera protagonista del film. Per chi non conoscesse la fama che precede Anna sulle passerelle delle settimane della moda in giro per il mondo, basti ricordare che lei è la persona a cui è ispirato il personaggio di Meryl Streep nella commedia Il diavolo veste Prada, ne’ più ne’ meno (anche se Lauren Weisberger, l’autrice del romanzo, nega questa “maternità”). Anna Wintour non è solo la direttrice della più celebre rivista di moda, è una talking head la cui influenza si ripercuote su tutto il mondo della Moda (quello con la “m” maiuscola). Nata a Londra nel 1949, Anna si occupa di fashion da quando aveva sedici anni ed è direttrice di Vogue dal 1988. Il suo giudizio decreta il successo di una linea di abiti, il lancio di una nuova top model, il destino di un giovane stilista e anche l’organizzazione delle settimane della moda in giro per il mondo (sembra che la riduzione delle giornate di quella di Milano sia opera sua, a favore di quella di New york).

Il secondo livello di lettura offerto da The September Issue è legato al dietro le quinte del mondo della moda, sulla scia di Valentino: l’ultimo imperatore, di Matt Tyrnauer. Sebbene la televisione offra spesso un’apparente immagine a tutto tondo di come nascano e funzionino le sfilate e le nuove collezioni, spesso questo tipo di descrizione rimane confinato nel voyeurismo di chi spia dal buco della serratura. Cutlet non si deve nascondere dietro la toppa, ha l’intera porta aperta davanti alla sua telecamera. Vanità di vanità, la moda non si nasconde certo davanti a un obiettivo. Il terzo livello invece scava nei meccanismi editoriali che stanno alle spalle di un numero da record. Il meticoloso lavoro che viene fatto pagina per pagina è seguito passo per passo, tanto da trasformare l’osservatore in oggetto osservato quando l’operatore del documentario viene fotografato per una pagina della rivista. Uno studio meticoloso dei processi che portano alla stampa di una rivista: pagine patinate che sfogliamo aspettando il nostro turno dall’estetista e di cui difficilmente abbiamo idea di quanto lavoro richiedano.

Curiosità
Premiato al Sundance Film Festival 2009 come Miglior Documentario.

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