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God save Frears

God save Frears

Inghilterra, Londra. Terra dei Beatles e della monarchia. Di Shakespeare e del fish & chips. Di verdi prati e di lunghe piogge. Del dottor Jekyll e mister Hyde. Di gossip sfrenato e misurato humor. Paese dall’anima doppia, dalla personalità ricca di contraddizioni. Paese indagato dal cinema in ogni più piccolo anfratto: mentre Ken Loach ha sfoderato il bisturi dell’analisi per comprenderne le problematiche sociali, Mike Leigh si è infiltrato fra le pieghe e le piaghe della psicologia e dei sentimenti; Clive Donner, Richard Lester, i Monty Python hanno preferito usare l’arma della satira e della farsa. La lista dell’ottima cinematografia inglese potrebbe essere assai lunga. Stephen Frears, anche nelle sue non rare incursioni nelle produzioni hollywoodiane, ha sempre costruito dei racconti: non ha denunciato, non ha provocato, non ha voluto far ridere o piangere, far riflettere o emanare attraverso la cinepresa dei gran messaggi. Ha fatto la cosa forse più difficile in assoluto: ha semplicemente raccontato. Ha raccontato la realtà di un paese, i suoi cambiamenti storici e politici, sociali e di costume.

E così, a metà anni ottanta, ha raccontato finemente storie di integrazione in una Londra che si stava facendo sempre più multiculturale, quella di un giovane gay pakistano (My beautiful laundrette, id., 1985) e quella di un indù (Sammy e Rosie vanno a letto – Sammy and Rosie Get Laid, 1987); a metà anni novanta si è soffermato sull’Irlanda, raccontando la storia di una famiglia nella provincia irlandese (The Snapper, 1993) e la storia di due operai a Dublino (Due sulla strada – The Van, 1996). Dopo aver indagato il mondo del teatro inglese anni Trenta (Lady Henderson presenta – Mrs Henderson Presents, 2005), Frears gira forse quello che, per maestria e perfetta amalgama degli elementi, può essere considerato il suo capolavoro: The queen – La regina. Quasi tutta la pellicola si svolge nell’arco di una settimana: dalla morte di Lady Diana, principessa del Galles e regina mediatica, fino al giorno dei suoi funerali.

Il film fotografa, con lucidità spiazzante, con profondità psicologica disarmante e altrettanto acume, le reazioni dei vari personaggi: da Tony Blair, eletto a gran voce da pochi mesi primo ministro inglese (il primo laburista dopo anni di conservatori) alla moglie, dalla regina Elisabetta II, intepretata da una Helen Mirren che qui come non mai rivela la sua statura ciclopica (Coppa Volpi a Venezia) a un inebetito o ebete principe consorte Filippo (impareggiabile Michael Sheen), fino a un principe Carlo “vigliacchetto”. Frears, con grande sapienza visiva, estromettendo qualsiasi inutile orpello e coadiuvato da una sceneggiatura impeccabile, firma un’opera completa: una sorta di manuale di stile.

Filmografia
The queen – La regina (2006)
Lady Henderson presenta (2005)
Piccoli affari sporchi (2002)
• Alta fedeltà (2000)
• Liam (2000)
• A prova di errore (2000)
• The Hi-Lo country (1998)
• Due sulla strada (1996)
• Mary Reilly (1995)
• The Snapper (1993)
• Eroe per caso (1992)
• Rischiose abitudini (1990)
• Le relazioni pericolose (1988)
• Prick up – L’importanza di essere Joe (1987)
• Sammy e Rosie vanno a letto (1987)
• My beautiful Laundrette (1985)
• Vendetta (1984)
• Bloody Kids (1979)
• Gumshoe (1971)

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