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Friends… with or without money

Friends...  with or without money

Friends with money è sicuramente un film che racconta con prospettiva tutta al femminile le vicende di quattro amiche. Ma forse è soprattutto un film sul fluire della vita.
La regista sembra aver scelto di osservare lo scorrere dell’esistenza addosso alle persone. È racchiusa in quest’operazione la chiave di lettura della pellicola. Si spiegano così infatti gli improvvisi e rapidi cambi di scena che colgono alla sprovvista lo spettatore, facendolo saltellare in un turbine caotico quale appunto è la vita vera, dalle vicende di Olivia a quelle di Cristina, di Jane e di Frannie. L’attenzione data dalla regista ai tipi umani che le quattro attrici interpretano è totale. Lo dimostrano i frequentissimi primi e primissimi piani che si susseguono nella proiezione, a ricercare lo sguardo, l’espressione, il sentimento, la reazione, il gesto delle protagoniste. Ma anche i numerosissimi campi e controcampi che consentono lo sviluppo di dialoghi dal ritmo serrato. Gli ambienti invece sono un autentico sfondo, una pura cornice posta a inquadrare la vicenda, di cui è sufficiente che compaia il minimo indispensabile. Il numero di scene girate in interni supera quello degli ambienti esterni: il film vuole mostrarci soprattutto le sue protagoniste nella vita quotidiana, e per farlo ha spesso bisogno di andare a frugare nelle loro “tane”, nelle loro case.
Va detto poi che l’amicizia traspare senz’altro come valore importante, ma ciò non toglie che l’attenzione della regista sia spesso rivolta a concentrarsi sulle singole individualità di Olivia, Jane, Cristina e Frannie. Quasi sempre le vediamo singolarmente, talvolta in coppia, raramente tutte e quattro insieme.

Con il suo timbro dolceamaro, Friends with money mostra come a questo mondo per tutti ci sia una buona dose di gioia ma anche di dolore, e soprattutto come quest’ultimo in forme e modalità diverse, colpisca indiscriminatamente ricchi e poveri.
Il film attraversa problemi profondi (legati a due sfere fondamentali della vita di ciascuno di noi, quali il lavoro e gli affetti), con una leggerezza che stupisce. Basti pensare, a titolo esemplificativo, che la distanza economica fra Olivia e le sue amiche viene misurata valutando il denaro “sotto forma” di prodotti di bellezza, attraverso oggetti simbolo quali creme e shampoo. Mentre Olivia infatti colleziona per abitudine campioncini di crema omaggio (le scene che mostrano tutto ciò sono di un umorismo contagioso), non potendosi permettere di acquistarne una confezione vera e propria, Jane è solita fare uso di ben quattrocento tipi di shampoo (fino al giorno in cui, paradossalmente, per un rifiuto di quanto è superfluo e alla ricerca del senso autentico dell’esistenza, smette del tutto di lavarsi i capelli).
Il film alterna momenti comici, grazie a scambi di battute ben riusciti e a scene che si commentano da sole, a situazioni intense, intrise di amarezza. Come le incomprensioni fra Cristina e il marito o l’allentamento dello slancio vitale in Jane che fra sé e sé rimpiange di non provare più curiosità per «quello che sarà».

La pellicola fa riflettere e poi alleggerisce l’atmosfera grazie ai suoi squarci divertenti, frequentemente ironici. Forse disattende le aspettative dello spettatore, perché non presenta un autentico sviluppo delle vicende presentate, ma induce alla sospensione, all’attesa, al fermarsi all’istante presente senza sapere cosa accadrà in quello successivo.
In Friends with money le tinte forti si stemperano presto in delicati acquarelli: Cristina una volta sola ripensa (pentita?) all’ex marito; Jane porta avanti (ma ne sarà davvero capace?) il suo anomalo matrimonio; Olivia forse trova l’amore (ma sarà proprio come immagina?). Il film, forse per farci assaporare pienamente le inquietudini dei suoi personaggi, ci lascia così con tanti dubbi su «quello che sarà» delle quattro amiche, in una continua e imprevedibile altalena di frustrazione e felicità.

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