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cultura dell'immagine e della parola

Nel paese delle streghe

Nel paese delle streghe

C’era una volta, in un paese lontano lontano… C’è un fascino tutto particolare nei film di genere: cattivi contro buoni, eroi e antieroi, un percorso che spesso nella sua concretezza (boschi e case maledette, castelli infestati ecc.) nasconde il percorso interiore dell’eroe che cambia, cresce e acquista consapevolezza, evolve. Running è pienamente un film di genere, un thriller: correndo, i protagonisti del film, Joey e Oleg prima di tutti, cambiano il loro stato familiare, sociale e personale. L’oggetto del desiderio di tutti i protagonisti è la pistola incriminata che, come uno strumento magico, avrebbe il potere di risolvere tutti i problemi. Ma il momento della conquista di quell’oggetto viene continuamente posticipata, creando innumerevoli passaggi intermedi, incontri e azioni differenti.

Oltre alla violenza e all’action puro, il film quindi nasconde una sottotraccia favolistica nel percorso notturno di Oleg. Già il nome della cittadina, Grimley, si riferisce al nome dei fratelli Grimm, per poi mescolare alcuni topoi fiabeschi con situazioni e personaggi spiccatamente metropolitani. Così, il ragazzo nei giardini del quartiere, una sorta di bosco inquietante, incontra Lester, un senzatetto fatto di crack, come una creatura del buio, che agli occhi di Oleg appare come un sandman minaccioso. Poi Divina, una prostituta dalla gonna azzurra, che, come una fata, aiuta il ragazzo a comprare un inalatore per l’asma. Un mago cattivo tutto vestito di bianco, con i capelli bianchi e un medaglione al collo non è altro che un crudele protettore, che si vuole vendicare per essere stato colpito dalla pistola di Oleg. E per finire, il ragazzino finisce nella casa di marzapane di Dez e Edele, che davvero si mangiano i bambini: due pedofili che girano video porno e, a volte, riprendono le torture e gli omicidi dei bambini violentati. Qui soprattutto le luci e i colori zuccherosi riescono a descrivere non una realtà oggettiva, ma il modo in cui il ragazzo vede la realtà circostante. Ma oltre alla fotografia, anche l’uso della macchina da presa riesce a rendere l’immagine soggettiva e favolosa perché guardata da un bambino: gru e steadycam delineano uno spazio completamente esplorabile, i punti di vista diventano impossibili, da quelli delle pallottole a quelli dei dischi da hockey, dalle immagini che si riavvolgono a quelle che si “gelano”.

Avventura e cinema si mescolano e creano un film spettacolare, ma solo per raccontare una favola (alla fine chi poteva sembrare un mostro si trasforma in principe azzurro), solo per esplorare la magia favolosa dello schermo.

Curiosità
Il produttore Brett Ratner è stato lanciato fresco di laurea verso una carriera di successo nel campo dei video musicali: ha diretto oltre cento clip per artisti come Madonna (Beautiful stranger) a Mariah Carey, dai Public Enemy a Puff Daddy.

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