Benedetto british style
Il piccolo mondo di Little Wallop profuma di mare e fieno. Le case sugli scogli o tra i prati, con steccato e cagnolino. E, tra un padre vicario, una moglie frustrata, una figlia adolescente e ninfomane e un bimbetto timido e pauroso, si mette una affabile vecchietta, energica e saggia, che ha la faccia magica di Maggie Smith.
Il gioco nascosto, il mistero si comprende da subito, ma più che la storia, lievemente scontata, è l’atmosfera garbata a rendere il film piacevole, ma nient’altro. Mr. Bean cerca di allontanarsi da se stesso con un personaggio più “normale”, non una macchietta ma un personaggio completo (sebbene sia già la seconda volta che interpreta un reverendo); Maggie Smith si ritrova a impersonare una spietata assassina, ma nel tenore della commedia si tramuta da serial killer a nonnina ammazzatutti; il fusto d’altri tempi Patrick Swayze sfodera bicipiti americani ma finisce “estromesso” dalla comunità dei pacati inglesi.
Per qualche motivo le azioni criminose sono accettate da tutti, sembrerebbe anche da Dio stesso (ecco il politically uncorrect del film, che scandalo!): forse la tata Grace è un’incarnazione del volere divino che, attraverso le molte marachelle sanguinose, riesce a rimettere in sesto la famiglia Goodfellow. Per gli uomini di buona volontà Dio fa miracoli…
Curiosità
Il regista Niall Johnson dice: “Durante le riprese ho scoperto che la gente guarda Rowan e scoppia a ridere. Questo perché si aspettano comicità. Nella sequenza della partita di calcio ne abbiamo inserita un po’ perché il povero Walter fa il portiere. Possiamo mettere Walter in situazioni divertenti ma Walter in sé non è un personaggio comico”.
A cura di Francesca Bertazzoni
in sala ::